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Il Mediterraneo Orientale area di crescente tensione tra Israele e Turchia

Il governo della Turchia, prevedebbe una serie di misure se Israele non presenterà scuse ufficiali per l’attacco dello scorso anno alla Mavi Marmara. Gli interessi strategici di Turchia e Israele stanno andando in rotta di collisione anche sullo sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo.
Le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono già state abbassate da Ankara al grado di secondo segretario e i contratti militari, con un valore complessivo di 1,8 miliardi di dollari, sono stati congelati dalla Turchia. Ma il premier Refcep Tayyip Erdogan, che la settimana prossima sarà in tour diplomatico nei Paesi della primavera araba – ma non a Gaza come avrebbe voluto – ha già pronta una serie di nuovi provvedimenti contro Israele.
Il quotidiano turco Hurriyet avvalora l’ipotesi di un taglio incisivo nei rapporti economici e commerciali, soprattutto nelle esportazioni di alcuni prodotti e materiali. Il quotidiano interpella anche l’ex ambasciatore turco a Tel Aviv, Onur Gokce, secondo il quale “sono già state prese misure molto dure e che l’unica misura rimasta è quella di interrompere le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi”. Ma la verità “vera” potrebbe essere quella indicata dal quotidiano Sabah, il quale invece, rivela che nei prossimi mesi la Turchia potrebbe avviare l’esplorazione dei fondali del Mediterraneo Orientale, in concomitanza con un piano di esplorazione congiunta di Israele e Cipro sud, altro Paese con cui Ankara è in pessimi rapporti e che non riconosce dai tempi dell’invasione turca dell’isola nel 1974. Se questa intuizione è giusta, si capiscono meglio almeno due cose: la prima è che tutta l’escalation israeliana contro le Freedom Flotilla 1 e 2 era in realtà funzionale ad estendere di fatto le miglia marine che Israele ritiene di dover porre sotto il proprio controllo nel Mediterraneo Orientale, incluse le zone marine in cui sono stati scoperti i giacimenti off shore di gas, tra queste vi è anche il mare di fronte alla Striscia di Gaza; la seconda è che gli interessi strategici di Turchia e Israele stanno andando in rotta di collisione non solo sugli assetti geopolitici del Medio Oriente ma anche sullo sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo. La decisione di Ankara di rafforzare la flotta militare che pattuglie il Mediterraneo Orientale indica che questo sarà uno dei problemi più seri che si vanno delineando nell’area. Con un problema in più per Israele: la Turchia è una potenza militare piuttosto moderna ed è un membro della Nato.

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