Continua ad aumentare il numero di spagnoli che vivono sotto la soglia di povertà, salito al 21,8% della popolazione totale nel 2010, secondo i risultati dell’inchiesta sulle condizioni di vita pubblicati oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica (Ine).
La percentuale è aumentata di un punto rispetto al 2009. Si tratta di famiglie con due adulti che dispongono di meno di 11.300 euro l’anno, che hanno registrato in media una diminuzione del 4,4% delle entrate, fino ai 9.371 euro pro capite.
L’aumento delle famiglie in difficoltà è provocato dall’incremento della disoccupazione, che nel 2010 è cresciuta di 370.100 persone rispetto all’anno precedente, fino a toccare i 4,6 milioni di persone.
La soglia di povertà è fissata dall’Ine in meno del 60% della media delle entrate pro capite dell’insieme della popolazione. In particolare, per i nuclei familiari con un solo adulto la soglia è di 7.533 euro e, nel caso di due adulti, di 11.300 euro; mentre per una famiglia di due adulti e un minore di 14 anni è di 13.560 euro, che arrivano a 15.820 nel caso di nuclei familiari con due genitori e due bambini.
Per età, il gruppo sociale che presenta il maggiore tasso di rischio di povertà è quello dei minori di 16 anni, dove la percentuale è aumentata dal 23,3% nel 2009 al 26,5% nel 2011. Il tasso è diminuito dal 25% al 16% nel caso di persone maggiori di 65 anni, che più di altre fasce d’età contano su una casa di proprietà.
Le regioni con maggior numero di famiglie al di sotto della soglia di povertà sono Estremadura (30%), Canarie (31%), Andalusia (30%); sul fronte opposto Navarra (7,1%), Paesi Baschi (11,6%) e Asturie (12,3%).
Quanto alla situazione economica, una famiglia su quattro (26%) in Spagna dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese, e una su dieci (9,7%) denuncia «grandi difficoltà». Il 36% dei nuclei familiari assicura, infine, di non avere margine per far fronte a spese impreviste.
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