Gli egiziani tornano oggi in piazza contro il progetto di Costituzione avanzato dalla Giunta militare. Ci saranno anche i partiti islamici che stanno frizionando con la giunta. Il 28 ottobre le elezioni decideranno l’assetto del dopo-Mubarak.
Sono già diverse decine di migliaia le persone che stanno manifstando in piazza Tahrir, al Cairo, per protestare contro il documento di principi costituzionali del governo egiziano, che contiene anche norme che consentono alle forze armate di blindare il controllo sul loro bilancio, escludendo il Parlamento. Lo riferisce la tv satellitare Al-Arabiya. Già da ieri sera migliaia di giovani hanno iniziato a radunarsi in piazza Tahrir per preparare la protesta di oggi. I manifestanti sostengono che il documento dei principi costituzionali anticiperebbe di fatto il lavoro che dovrebbe essere invece svolto dall’assemblea costituente che sarà scelta dal parlamento che uscirà dalle prossime elezioni del 28 novembre. Il Partito islamico di Giustizia e Libertà, costola politica dei Fratelli Musulmani, e il partito al-Nour di stampo salafita hanno confermato la loro partecipazione alla manifestazione nonostante il colloquio avuto ieri con il primo ministro Essam Sharaf. Il portavoce del partito al-Nour, Nader Bakkar, ha dichiarato al quotidiano Youm7 che i negoziati con il governo e con il Consiglio supremo delle Forze Armate sono chiusi. Il partito, ha aggiunto, invita i suoi sostenitori al Cairo e in altri governatorati a partecipare alle manifestazioni odierne. Bakkar ha spiegato che il suo partito organizzerà una serie di proteste per chiedere le dimissioni del vice premier Ali el-Selmy se non verrà ritirato il suo documento relativo alla Costituzione. Il segretario generale del Partito di Giustizia e Libertà, Mohamed al-Beltagy, ha detto che anche i Fratelli Musulmani parteciperanno alla manifestazione odierna, che ha come obiettivo quello di portare in piazza un milione di persone.
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