Gli elettori croati hanno preso le distanze, alle elezioni celebrate ieri, dal partito di destra che ha guidato fino ad oggi la repubblica ex jugoslava dall’indipendenza del 1991, fatta eccezione per una parentesi di 4 anni, tra il 2000 e il 2004. L’HDZ è stato severamente punito per gli scandali ma soprattutto per la difficile situazione economica in cui si trova il paese. Stando ai risultati – non ancora definitivi – l’Hdz avrebbe conquistato solo 45 dei 140 seggi del parlamento, contro i 78 della coalizione Chicchirichì (Kukuriku) guidata dai socialdemocratici.
Il centro-sinistra otterrebbe il 44% dei voti e tra i 78 e gli 82 seggi, dei 151 che compongono il Parlamento di Zagabria. L’Unione democratica croata (Hdz) della premier uscente Jadranka Kosor, subisce invece un autentico crollo, passando dal 37% di quattro anni fa a 22-25% di oggi.
Al prossimo premier, che sarà verosimilmente il leader del Sdp Zoran Milanovic, spetterà il compito di gestire nel paese i tagli e le privatizzazioni ‘consigliate’ dall’UE. Se sarà lui a guidare il paese nell’Unione di cui la Croazia diventerà membro a pieno titolo nel 2013, toccherà invece alla premier uscente Jadranka Kosor, che ha preso il posto di Ivo Sanader nel 2009 e ha poi messo in cantiere severe misure di repressione della corruzione in linea con le richieste avanzate da Bruxelles, firmare il trattato di adesione il 9 dicembre a Bruxelles.
Nel paese la situazione economica è desolante, caratterizzata da un’elevata disoccupazione (al 18% circa) e da un Pil praticamente fermo.
Con l’Sdp e l’Hns (i liberaldemocratici), al governo andranno con ogni probabilità anche la Dieta democratica istriana (Ids, regionalisti di sinistra) e il Partito dei pensionati. Il centro-sinistra ha promesso che la legge finanziaria per il 2012 sarà pronta già a marzo per evitare un declassamento del debito croato, ora al 60% del Pil con il rating BBB- e un outlook negativo deciso da Standard and Poor’s.
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