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Manovra: i criminali dell’Ue applaudono

L’Unione europea, naturalmente, approva.

La manovra appena varata dal governo è «tempestiva e ambiziosa» e consente di «puntellare» le finanze pubbliche italiane e sostenere la crescita (qui la fantasia è sfrenata, visto che non ce n’è neppure un accenno in nessuna delle singole misure), ma è necessario fare «di più» per ridare slancio allo sviluppo e creare posti di lavoro.

Questo in sintesi il primo giudizio sui provvedimenti adottati dal governo con il decreto ‘Salva-Italia’ del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olly Rehn. Rehn, in una nota diffusa dopo mezzanotte, ha voluto dare personalmente il suo «benvenuto» all’adozione di quello che ha definito un «significativo pacchetto» di misure di politica economica. L’ insieme degli interventi annunciati, secondo Rehn, è «un passo molto importante per puntellare le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica».

Inoltre, secondo il vicepresidente dell’Esecutivo europeo, attraverso le misure riguardanti il fisco, le pensioni, la riforma della Pubblica amministrazione, le liberalizzazioni e gli incentivi alle imprese, il pacchetto salvaguarda l’equità sociale. La domanda arriva da sola: ma questo Commissario europeo, sa di cosa sta parlando oppure sta solo inviando messaggi in codice (ai mercati o chi paer loro)?

Bruxelles naturalmente si riserva di condurre una dettagliata valutazione del nuovo pacchetto non appena avrà ricevuto tutte le necessarie informazioni. Ma Rehn ha tenuto a sottolineare che intanto l’insieme di misure prese è «tempestivo e ambizioso» e dà un segnale molto atteso (da chi?) e opportuno riguardo ad un nuovo approccio seguito dalle autorità italiane in politica economica.

Grazie a questo pacchetto potrà essere realizzata, secondo la nota diffusa da Bruxelles, una correzione dei conti pubblici pari a circa venti miliardi di euro, cioè l’1,3% del Pil che aiuterà l’Italia a raggiungere l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013. «Questo è essenziale – si legge ancora nella nota – per rinforzare la credibilità dell’economia italiana ed anche per riportare sotto controllo un debito pubblico molto elevato alleggerendo così il peso che ricadrà sulle future generazioni».

Per Bruxelles nel campo delle pensioni alcune misure attese da molto tempo vengono introdotte per ridurre rapidamente il costo del sistema rafforzandone l’equità (e dai…) e incrementando il contributo della forza lavoro (e questo è sicuro… tutto il “contributo” viene dalla forza-lavoro…).

Gli introiti provenienti dall’aumento delle imposte sui redditi, osserva ancora Rehn, saranno parzialmente dedicati agli incentivi fiscali destinati a sostenere le imprese e l’occupazione. Una mossa che risponde alla richiesta più volte avanzata da Bruxelles per spostare il carico fiscale dai lavoratori ai consumi e sulla proprietà. Un altro falso, perché in questa manovra non viene ridotta alcuna tassazione sul lavro (non si diminuiscono le “trattenute alla fonte”, per capirci), mentre si aumentano quelle sui consumi (Iva, ecc). Quindi si raddoppia il carico sul lavoro…

Ma Rehn sottolinea anche che il «basso potenziale di crescita dell’economia italiana non può essere corretto in una notte», sebbene le misure annunciate oggi aiutino a rimuovere alcuni colli di bottiglia. «È necessario fare di più», evidenzia il commissario europeo, «seguendo le indicazioni formulate in occasione della riunione dell’Eurogruppo del 29 novembre scorso». Del resto il governo ha annunciato che presto arriveranno ulteriori misure strutturali che riguarderanno anche il mercato del lavoro e che saranno prese in base alla concertazione con le parti sociali. È comunque «cruciale», conclude Rehn, mantenere lo slancio verso riforme economiche e una rinnovata politica per adottare altre decisioni che possano portare a più crescita e a maggiori posti di lavoro.

Si può fare di piùùùù…

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