Il rabbinato israeliano è sceso in guerra in guerra contro i gelati Hagen Danz, accusati di non essere kosher, ovvero rispettosi della legge ebraica. La lettera inviata ai rabbini locali ha già prodotto come risultato il ritiro dei gelati di fabbricazione tedesca dagli scaffali di una catena di supermercati, riferisce il sito Ynetnews. Sotto accusa è il latte liquido utilizzato nei gelati, che non sarebbe prodotto sotto supervisione religiosa. Chi continua dunque a venderlo, scrive il rabbinato, rischia la revoca del certificato di kashrut, che sancisce il rispetto delle leggi religiose in campo alimentare. Ma intanto la ditta che distribuisce i gelati in Israele, la General Mills, si difende dalle accuse. I nostri prodotti, afferma, sono sottoposti alla supervisione dell’Unione Ortodossa, un’organizzazione internazionale che rilascia certificati di kashrut per i prodotti di tutto il mondo.
Cambiamo scenario e andiamo in Egitto. Qui e la civiltà faraonica ad essere definita «lurida» poichè a quell’epoca «applicare la sharia era difficile se non impossibile». E- quanto ha affermato il portavoce ufficiale della Propaganda salafita in Egitto, Abd al-Monem al-Shahat, ha preso le distanze dal passato glorioso del suo Paese. In un recente intervento televisivo sul canale satellitare egiziano ‘Al-Hayat 2’, Shahat ha sottolineato di non andare affatto «orgoglioso delle immagini di faraoni nudi» che si trovano in Egitto e che secondo lui sono indizio di «miscredenza». La scure del salafita non si abbatte solo sul passato egiziano, ma anche sulla sua realtà culturale più recente, in particolare sul premio Nobel per la letteratura Naguib Mahfouz, morto al Cairo nel 2006. Nel mirino di Shahat il suo romanzo ‘Il rione dei ragazzì, a lungo censurato per blasfemia già durante la vita del grande scrittore e costatogli un tentato omicidio da parte di un estremista islamico. Stando all’esponente salafita, il romanzo «ha un contenuto critico nei confronti dei principi islamici». Dalla emancipata Israele all’Egitto del dopo Mubarak è difficile riconoscere tutta questa modernità che avanza.
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