Lo hanno soprannominato ‘Way C’ (che in un dialetto del nord del Congo suona come ‘luce delle stelle’) il primo ‘tablet’ “made in Africa” da ieri in vendita a Brazzaville e atteso entro la prima metà di febbraio in dieci paesi dell’Africa Occidentale, ma anche in altri paesi tra i quali Belgio, Francia e India. L’iPad della Apple ha quindi da ora un nuovo e forse inaspettato concorrente, a prezzi competitivi, grazie all’inventiva dell’informatico congolese Vérone Makou, consigliere per le nuove tecnologie della comunicazione del ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni di Brazzaville. L’inventiva è congolese, ma la tecnologia e gli stabilimenti che hanno permesso di mandarlo in produzione sono cinesi.
“E’ stato concepito in Congo, ma assemblato in Cina, per la semplice ragione che il Congo non ha un’industria adatta e per motivi di costi. Sul piano tecnologico, è equivalente a tutti quelli che si trovano sul mercato, ma ha un prezzo accettabile e relativamente basso rispetto alle tecnologie utilizzate” ha detto Makou, presentando il ‘tablet’.
‘Way-C’ è lungo 19 cm, largo 17, spesso 1,2 e pesa 380 grammi: dispone di un sistema wi-fi integrato, funziona con sistema operativo Android (microprocessore di 1,2 Gh) e costa 150.000 franchi Cfa, pari a circa 228 euro. Invece l’iPad 2 della Apple misura 24 cm di lunghezza, 18,5 cm di larghezza con 8,8 mm di spessore, pesa 601 g e costa molto di più della versione sino-congolese: tra i 484 e i 685 euro.
Per poter vendere un prodotto più a buon mercato – e quindi accessibile ad un pubblico più vasto di quello che si può permettere un iPad della Apple – il ‘tablet’ africano “Way C” non ha per il momento la slot della scheda Sim e lo schermo è di appena 7 pollici: “Due pollici in più e il costo sarebbe salito di 80 dollari” dice Mankou che promette comunque una autonomia della batteria da 6 a 10 ore.
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