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Reduci Libia saccheggiano consolato libico a Istanbul

Decine di libici feriti durante la rivolta armata contro il governo libico e poi portati in Turchia per essere curati hanno assaltato il consolato libico a Istanbul per protestare contro ritardi nel pagamento delle loro pensioni. La polizia turca ha fermato più di 70 persone con l’accusa di aver lanciato sassi contro l’edificio della rappresentanza diplomatica libica nella città sul Bosforo. Una ventina di loro sono accusati di aver fatto irruzione nel consolato, saccheggiandolo. Pur senza causare feriti, i manifestanti hanno preso a sassate anche la polizia intervenuta in tenuta antisommossa. I libici rimasti feriti nell’ottobre scorso reclamano l’aiuto finanziario promesso loro dal nuovo governo libico e già in dicembre c’era stata una manifestazione davanti al consolato a Istanbul per lo stesso motivo. La Turchia ha accolto numerosi libici che hanno riportato ferite nella lotta contro il regime di Gheddafi: in aprile, con un traghetto, circa 270 erano stati tratti in salvo da Misurata, la città sotto assedio a est di Tripoli; almeno altri 200 erano stati prelevati a Bengasi, allora «capitale» degli insorti. L’azione umanitaria della Turchia è stata una carta giocata da Ankara nell’allacciare i rapporti con la nuova amministrazione. 

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