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Tunisia: forse Ennahdha rinuncia alla sharia, scontri a Tunisi

Con una decisione che sicuramente scontenta buona parte del suo elettorato, il partito di maggioranza tunisino Ennahdha ha espresso, ufficialmente ieri sera, la volontà di non modificare l’art.1 della costituzione del 1959, che dichiara la Tunisia «uno Stato libero, indipendente e sovrano: la sua religione è l’Islam, la sua lingua l’arabo e il suo regime la repubblica». La decisione è giunta al culmine di accese discussioni in sede di Assemblea costituente in cui esponenti del partito Ennahdha hanno fortemente sostenuto la tesi che la Tunisia debba diventare uno Stato islamico e che, quindi, la sharia debba essere il punto di riferimento e il fondamento giuridico della nuova Costituzione. Tesi, questa, duramente avversata dai costituenti espressione dei partiti laici e che qualche malumore aveva determinato in parte degli alleati più moderati di Ennahdha. Se la decisione di Ennahdha certamente spianerà la strada ai lavori della Costituente (paralizzati da molte settimane per la disputa proprio sul primo articolo), essa appare destinata a determinare frizioni all’interno del partito di maggioranza, in cui molti sono i sostenitori della sharia.

Intanto ieri Avenue Bourghiba, la strada più importante di Tunisi, è stata teatro dalla tarda mattinata al pomeriggio di scontri tra salafiti, che intendevano tenervi una manifestazione a sostegno della sharia, e gli appartenenti all’Associazione tunisina del Teatro. I salafiti volevano fare partire la loro manifestazione dalla scalinata antistante il teatro municipale, dove era già in corso quella dell’associazione. Gli integralisti si sono prima allontanati, per poi tornare davanti all’edificio chiedendo all’Associazione tunisina del Teatro di lasciare libera la scalinata. Dopo uno scambio di insulti, sono scoppiati dei tafferugli. I salafiti hanno quindi cominciato una sassaiola e, quando hanno finito le pietre – riferisce il sito Tunisie Numerique -, hanno usato come proiettili delle uova arrivate a decine addosso ai sostenitori del teatro. Le forze dell’ordine, intanto, hanno cercato di interporsi tra i due schieramenti, in cui la preponderanza dei salafiti (presenti in migliaia di persone) era netta. Il corteo degli integralisti ha quindi lasciato la parte più alta di avenue Bourghiba dirigendosi verso la piazza 14 Gennaio, che ospita l’Orologio, uno dei simboli della città, ai piedi del quale, gli uomini da una parte, le donne dall’altra, hanno pregato. Durante la preghiera è stata fatta sventolare, sull’Orologio, una bandiera del partito salafita Hizb Ettahrir che, sebbene non autorizzato, svolge attività politica alla luce del sole. 

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