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Borse in picchiata. Finita l’euforia, non la crisi

Era ampiamente annunciato, ma fa effetto lo stesso. Le Borse europee viaggiano con un pesante ribasso dopo la pausa festiva, quando anche Tokyo e Wall Street avevano chianato rapidamente la testa dalle nuvole dell’euforia.

Milano registra fin dall’apertura un calo vicino ai due punti percentuali. Mentra anche lo spread tra BTp e Bund tedeschi è tornato a livelli quasi pre-montiani: sopra i 380 punti, a 386. Resta sopra la soglia dei 400 punti anche il differenziale tra i Bonos spagnoli e i Bund a 413.

A sentire il vento freddo della sfiducia soprattutto i titoli bancari, sia in Italia che nel resto d’Europa. Dato che potrebbe sembrare sorprendente, vista la marea di denaro riversata negli ultimi mesi dalla Bce nelle loro casse.

A rimpinguare i forzieri degli istituti di credito europei ci ha infatti pensato l’Eurotower con due maxi-prestiti triennali per complessivi 1.000 miliardi di euro, concessi a dicembre e febbraio al tasso agevolato dell’1%. Un quarto di questi fondi è andato alle banche italiane. Negli auspici, questi finanziamenti avrebbero dovuto rilanciare il credito all’economia, aiutare la patrimonializzazione delle banche e fornire ossigeno ai titoli di Stato. Ma sono stati centrati solamente gli ultimi due obiettivi. Molte banche, infatti, hanno usato parte della liquidità per comprare titoli di Stato, che poi sono tornati alla Bce a garanzia di ulteriori fondi. Un processo di ‘carry trade’ che ha generato ampi margini di guadagno per gli istituti di credito.

Secondo alcune cifre citate dall’agenzia Bloomberg, le banche dell’Ue hanno incassato una plusvalenza del 13% sui titoli di Stato italiani nel periodo tra l’annuncio del primo maxi-prestito della Bce, l’8 dicembre scorso, e la fine del primo trimestre di quest’anno. Nello stesso periodo i titoli di Stato della Spagna hanno generato un ritorno del 6%. Credit Agricole calcola che grazie al sostegno dell’Eurotower, compresi i prestiti a breve alle banche, gli istituti di credito europei hanno acquistato più di 250 miliardi di titoli di Stato italiani e spagnoli tra il terzo trimestre del 2011 e il primo trimestre 2012.

Ma mentre i banchieri incassano e mettono da parte, i privati (aziende e famiglie), devono invece affrontare «il preoccupante fenomeno di restrizione del credito». Secondo i dati di Bankitalia, «i prestiti alle imprese si sono ridotti a gennaio dello 0,1%», dopo il -1% di dicembre, pari a 20 miliardi, e il -2% di novembre. Coldiretti denuncia che sei imprese agricole su dieci hanno difficoltà ad accedere al credito e il costo del denaro in agricoltura ha raggiunto il 6%, risultando superiore del 30% a quello medio del settore industriale.

L’euro scivola sotto quota 1,31 dollari.

Mentre c’è nervosismo per la collocazione sui mercati dei tittoli di stato di  Austria, Olanda e Francia (paesi considerati fin qui super-sicuri). 

La conferma viene dal prezzo dell’oro, in crescita per il quarto giorno consecutivo: il lingotto viene scambiato a 1.652 dollari l’oncia. In aumento anche le quotazioni dell’argento a 31,94 dollari l’oncia.

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