Francia, addio. I Paperoni cominciano a lasciare il Paese: non usa mezzi termini il quotidiano Le Figaro, molto vicino all’opposizione di centrodestra dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, che in un lungo servizio pubblicato oggi dice che dall’altra parte delle Alpi ”l’esilio dei manager é già cominciato”. Motivo? L’aliquota al 75% sui redditi superiori a 1 milione di euro promessa dall’attuale presidente Francois Hollande e che dovrebbe entrare in vigore nel prossimo autunno. ”Avevo assunto tre manager americani a Parigi, ma sono andati via”, deplora un dirigente di un grande gruppo industriale transalpino. ”Oggi – aggiunge – esercitano le stesse funzioni nella stessa azienda, ma sono basati altrove”. Per Le Figaro, molto critico nei confronti del provvedimento di Hollande, le tasse di quei tre manager americani andranno ora a beneficio di altri Stati, come anche le loro spese personali. Lo scorso giugno, il premier britannico, David Cameron, scatenò una mezza crisi diplomatica con il governo di Parigi, dicendo che era pronto a ”srotolare il tappeto rosso alle aziende francesi” in cerca di un fisco meno oneroso. E così è stato. La capitale britannica, racconta Le Figaro, ”serve già da rifugio” a molti manager transalpini, timorosi di restare in patria a causa dei provvedimenti annunciati da Hollande. Per il giornale, una delle prove di questa improvvisa migrazione di lusso, sarebbe la lista d’attesa allo Charles de Gaulle, il liceo francese di Londra, ”che é aumentata di oltre 700 domande dallo scorso 6 maggio”, giorno dell’elezione all’Eliseo di Hollande. Un altro esempio, sempre secondo il giornale, il fatto che Hedi Slimane, neo-direttore artistico di Yves Saint-Laurent, abbia deciso di mantenere la residenza a Los Angeles, anche se lo studio creativo della celebre maison é a Parigi. ”Portare in Francia un manager di alto livello é diventata una missione impossibile”, deplora un industriale. Intanto, per chi rimane, si tenta di correre ai ripari, rinviando il versamento dei bonus, e limitando le remunerazioni a un massimo di un milione di euro. Per l’Eliseo, l’aliquota al 75% dovrebbe dovrebbe essere temporanea, giusto il tempo di rimettere ordine nei conti pubblici del Paese. A condizione che non venga bocciata prima dal Consiglio costituzionale, che dovrebbe esprimersi in merito a fine dicembre.
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