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Messico: indigeni organizzano autodifesa contro narcos

Le comunità rurali più emarginate e vulnerabili del Messico si stanno organizzando per autodifendersi: dall’inizio dell’anno circa 40 villaggi negli stati di Guerrero e Michoacan, nel sudovest del Paese, hanno costituito una milizia popolare denominata ”guardia comunitaria” attraverso la quale far fronte alla violenza dei gruppi di narcos che attaccano le popolazioni locali.

La zona è attualmente terra di scontro tra i narcos, come la Familia Michoacana e una sua cellula scissionista attiva dal 2011, Los Caballeros Templarios: i sicari di queste gang sono i principali sospettati dello stupro di sei turiste spagnole ad Acapulco, la più nota località della costa Pacifica del Paese, avvenuto due giorni fa. 
Con l’arrivo dell’esercito, le due gang, inizialmente in conflitto per il controllo del porto di Acapulco, si sarebbero spinte verso l’entroterra, meno popolato e sorvegliato. La causa immediata della reazione delle comunità indigene e’ stato il sequestro, lo scorso 5 gennaio, del rappresentante del villaggio di Rancho Nuevo, per un mancato pagamento. Esasperati dai continui rapimenti, estorsioni e la violenza indiscriminata, gruppi di civili armati hanno cominciato a organizzare posti di blocco e operazioni di controllo, arrivando anche alla cattura di una cinquantina di individui sospettati di far parte delle organizzazioni criminali. I detenuti si trovano attualmente rinchiusi in una scuola nel villaggio di Ayutla, nello stato di Guerrero, sotto la custodia della milizia e sottoposti al giudizio di un’assemblea popolare. Sabato 2 febbraio la Commissione Nazionale per i Diritti Umani messicana ha sollecitato il governo statale a prendere misure cautelari per salvaguardare i loro diritti fondamentali e la relativa sicurezza giuridica e legale. In una riunione con i legislatori federali e i deputati locali, Bruno Placido Valerio, esponente dell’Unione dei Popoli Organizzati dello Stato di Guerrero (Upoeg) a cui fa capo la guardia comunitaria, ha chiesto tempo per negoziare con le comunità, dichiarando che la consegna dei detenuti alla giustizia avverrà quando l’assemblea popolare lo riterrà opportuno. 

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