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Tunisia: è morto l’ambulante che si è dato fuoco

E’ morto poche ore fa, a causa delle ferite riportate dopo essersi dato fuoco, il venditore ambulante di sigarette tunisino Adel Khadri, 27 anni, che ieri si è immolato in segno di protesta per la dilagante disoccupazione nel Paese. Il giovane si era dato fuoco ieri mattina a Tunisi, davanti al teatro municipale, lungo la centrale Avenue Habib Bourguiba. Il 17 dicembre del 2010 l’immolazione del venditore ambulante Mohamed Bouazizi segnò l’inizio di una Rivoluzione dei Gelsomini che è riuscita a cacciare il dittatore Ben Alì ma che poi non ha saputo cambiare di un millimetro l’assetto economico e sociale del paese, ora dominato da una borghesia liberista e islamista refrattaria ad ogni riforma.

Khadri proveniva da una famiglia molto povera di Jendoubam, nel nord ovest del Paese. Era arrivato nella capitale qualche mese fa in cerca di lavoro. ”Era un giovane che vendeva sigarette perchè era disoccupato”, raccontano di lui i parenti ai media tunisini. 

E’ in questo clima che oggi è previsto all’Assemblea Costituente il voto di fiducia per il nuovo esecutivo presieduto da Ali Laarayedh. Il quadro resta ancora incerto, perché, a fronte del ‘no’ espresso dalla maggior parte delle opposizioni, il governo ha ottenuto solo l’appoggio di tre partiti: gli islamisti di Ennahda (che fa parte della maggioranza) e i centristi di Dignità e Libertà e Wafa. Oggi parleranno i presidenti dei gruppi degli altri partiti della maggioranza, Ettakatol e Congresso per la repubblica, il cui assenso é scontato, anche se ci sono dei malumori tra i singoli deputati. E, con la ripresa dei lavori, dovrebbe essere anche più chiaro se l’Assemblea – ma su questo punto c’é da superare lo scoglio del regolamento – procederà ad un’unica votazione per la fiducia al governo oppure prevarrà la tesi, da più parti sostenuta, che il voto deve riguardare ogni singolo ministro. Cosa che dilaterebbe di molti i lavori dell’Assemblea, prestando peraltro il fianco ad ”imboscate” da parte di esponenti della vecchia maggioranza tripartita che non sembrano avere gradito la composizione dell’esecutivo. Nel suo intervento il presidente incaricato, Ali Laarayedh, che ha parlato per quasi 50 minuti, ha voluto mettere alcuni punti fermi, a cominciare dal termine – nove mesi – che prevede per la durata del suo esecutivo, che si dimetterà subito dopo le elezioni politiche. Il premier incaricato si soffermato sulle tematiche della violenza, legandole soprattutto a quanto accaduto dopo l’uccisione, a febbraio, dell’esponente dell’opposizione Chokri Belaid. Su questo punto, dopo avere garantito il massimo rigore nelle indagini, ha rivolto un chiaro invito ai media a non diffondere notizie che alimentino la tensione e che poi si possono rivelare false. In proposito ha detto che il presunto killer di Belaid non é stato ancora arrestato, smentendo recenti ricostruzioni di stampa che volevano Kamel Khadkhadi già nelle mani della polizia, ma in segreto. Parlando di economia, Laarayedh ha parlato del tasso attuale di disoccupazione, che é del 16.7%, certamente alto, ma secondo lui in calo (-2,2%) rispetto allo scorso anno. 

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