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Governo a rischio al Senato sul problema inquilini

Il Governo Monti appare in bilico dopo il sì del Senato alla fiducia sul maxiemendamento posta dall’esecutivo sul decreto sviluppo. Il Pdl, uno degli azionisti della “strana maggioranza” che sostiene l’esecutivo tecnico, si è infatti astenuto.
Gli Inquilini degli enti privatizzati stanno protestando sotto la sede del PDL in via dell’umiltà 36. Il motivo della protesta è dovuto al fatto che il PDL ha bocciato un emendamento sul blocco degli sfratti in Senato, ma il problema riguarda anche PD e UDC CHE APPOGGIANO COMUNQUE QUESTO GOVERNO CHE DIFENDE LA CASTA.
Gli inquilini sono stanchi di essere il Bancomat degli Enti che stanno portando al fallimento i loro pensionati, e vogliono speculare sul patrimonio immobiliare conferendolo ai fondi immobiliari o vendendolo a prezzi di mercato o aumentando gli affitti o sfrattando gli inquilini che vi abitano da decenni.
La norma del decreto legge sviluppo che prevedeva la vendita a prezzi agevolati agli inquilini degli immobili di proprieta’ degli enti previdenziali pubblici e privati è stata bloccata dal governo “perché comporta minori entrate per gli enti in questione, con la possibilita’ di pregiudicare la sostenibilita’ delle prestazioni previdenziali istituzionali, alla cui garanzia e’ posto anche il patrimonio immobiliare degli enti” previdenziali. Questo è quanto affermato dalla Ragioneria Generale dello Stato nella relazione tecnica del maxiemendamento al decreto legge sviluppo sul quale il Governo ha posto la fiducia in Senato. In riferimento alle vendite degli immobili con riduzioni di prezzo, secondo quanto osserva la RGS, la norma si presta a facili fenomeni elusivi, tenuto conto che l’obiettivo dell’agevolazione di taluni soggetti a basso reddito o con comprovata difficolta’ finanziaria non trova riscontro nella vendita dell’immobile stesso bensi’ in una eventuale locazione del medesimo a canoni ridotti”. Nasce da qui il secondo blitz del governo che ha modificato il maxi-emendamento al decreto sviluppo, su cui oggi il Senato ha votato la fiducia. Sono state eliminate, come richiesto dalla commissione Bilancio, le norme prive di copertura finanziaria, tra cui il comma sulla vendita degli immobili degli enti previdenziali.

A Novembre, su pressione dei movimenti sociali e dei sindacati degli inquilini (in particolare dell’Asia-Usb), in Senato era stato presentato un emendamento bipartisan che disponeva direttive per affrontare la gestione del patrimonio degli enti previdenziali dando ascolto anche alle istanze degli inquilini vittime di una gestione speculativa di questo patrimonio. L’emendamento presentato da Enzo Ghigo (Pdl) e Lionello Cosentino (Pd), era stato approvato dalla commissione Industria del Senato impegnando il governo entro 60 giorni a varare un decreto «per favorire l’acquisto degli immobili agli inquilini in modo da prevedere riduzioni di prezzo sostenibili a favore delle famiglie, delle persone anziane, e singole a basso reddito». Il nuovo emendamento è molto meno rigido di quello proposto tre settimane fa dal ministro per la Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi che prevedeva la vendita agli inquilini dell’alloggio moltiplicando per 150 il canone di affitto mensile. E, soprattutto, precisa che il governo prima di legiferare dovrà coinvolgere le parti sociali, i sindacati, l’Agenzia del demanio, e rispettare «gli equilibri finanziari degli enti coinvolti e le procedure di alienazione previste dalla legge». Appena presentato l’emendamento, era però iniziata una campagna contro questa iniziativa parlamentare da parte di quella casta e dei fondi di investimento immobiliari che in questi anni hanno ricevuto e distribuito favori, non hanno rispettato le leggi dello stato e che vuole appropriarsi di questo importante patrimonio pubblico. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero si era espresso contro la filosofia alla base del provvedimento-Riccardi perché le casse avevano già superato la prova della sostenibilità a 50 anni. Gli enti previdenziali coinvolti (in gran parte le casse di alcune categorie di professionisti) sono ventina e gestiscono in modo privatistico un enorme patrimonio immobiliare e previdenziale dei professionisti. I boiardi a capo di questi enti si erano subito ribellati. «Io di questo emendamento l’ho saputo da Facebook – ha affermato Andrea Camporese, il presidente della Adepp che rappresenta il sistema delle casse private – non credo sia questo il modo di tenere un rapporto corretto con le istituzioni, questa iniziativa resta invasiva e lede pericolosamente la nostra stabilità finanziaria». Il problema è la strana collusione tra le casse previdenziali e i fondi immobiliari che sono spuntati come funghi negli ultimi anni e che sembrano voler usare gli inquilini come un bancomat per riparare alla gestione e agli investimenti mobiliari fallimentari.

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