I ministri delle Finanze della zona euro hanno trovato questa notte l’accordo per un piano d’aiuti per Cipro. L’importo degli aiuti sarà di “massimo 10 miliardi di euro”, specifica una fonte diplomatica. La somma è nettamente inferiore ai 17,5 miliardi di euro chiesti inizialmente da Nicosia.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) dovrebbe contribuire con 1 miliardo di euro. Il programma di assistenza finanziaria comprende una tassa eccezionale fino al 9,9% sui depositi bancari nelle banche cipriote, così come una ritenuta alla fonte sugli interessi. In pratica, una super-patrimoniale su risparmi e stipendi accreditati direttamente su conto corrente, che peserà in proprozione soprattutto sui redditi bassi.
Questo prelievo sui depositi bancari previsto dal piano di aiuti per Cipro porterà 5,8 miliardi di euro, spiega il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Il prelievo eccezionale sui depositi bancari sarà del 6,75% per quelli inferiori a 100.000 euro e del 9,9% per quelli oltre tale cifra. “La situazione di Cipro è unica” in ragione del suo “settore bancario ipertrofico”, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, ed è per questo che “abbiamo ritenuto giustificato il tassare i depositi”, ha sostenuto.
La logica non è il pezzo forte di questo ragionamento: se “il sistema bancario è ipertrofico” sarebbe sensato ridurne le dimensioni eliminando gli istitui di troppo, non svuotando i conti. O, in alternativa, effettuando una super-patrimoniale anche più dura soprattutto sui conti “ricchi” (con lo stesso principio fiscale per cui i redditi alti pagano anche in proporzione di più) e lasciando in pace quelli inferiori a una certa cifra.
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