Una misura del governo Morsi sta generando in Egitto una ridda di polemiche. Infatti il partito islamista al potere, i Fratelli musulmani, hanno ottenuto dal governo il riconoscimento dello statuto di organizzazione non governativa (ong). Lo ha reso noto il ministero degli Affari Sociali Nagwa Khalil aggiungendo che le attività del movimento “sono simili a quelle di tutti i gruppi iscritti nell’elenco delle ong”.
Uno status che cozza col fatto che l’organizzazione è un partito politico che controlla l’esecutivo e che oltretutto garantisce il movimento dalla sentenza che un tribunale del Cairo dovrebbe emettere in questi giorni sulla possibile ‘illegalità del movimento stesso, sulla base di una petizione presentata nelle ultime settimane.
In un comunicato diffuso ieri i membri della Fratellanza hanno fatto sapere che intendono “proteggere” la sede dell’organizzazione in caso di attacchi che dovessero manifestarsi durante le proteste previste oggi al Cairo. La scorsa settimana tafferugli tra attivisti anti-governativi e esponenti del movimento che sostiene Morsi, erano stati interrotti dalle forze dell’ordine con lacrimogeni e arresti.
I disordini si sono verificati in un contesto di crescente malumore dell’opinione pubblica egiziana a causa della crisi economica che attanaglia il paese e soprattutto alla luce dei tagli e del ritiro delle sovvenzioni che l’esecutivo ha deciso per garantire il prestito di 4,8 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale (Fmi). Alla categoria dei panettieri, già sul piede di guerra per l’impennata del prezzo della farina, si sono aggiunti altri settori sociali.
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