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Siria: tunisino costretto a combattere, con moglie e figlia

Arriva dalla Tunisia una nuova conferma dei metodi usati da alcune reti che stanno dietro all’ingaggio di combattenti in Siria contro il presidente Bashar al Assad. Un giovane tunisino ha raccontato in televisione che la sorella e’ stata costretta, con la figlioletta di un anno e mezzo, a seguire in marito arruolato con la forza per combattere contro le forze lealiste. Il giovane, nel corso di un talk show televisivo trasmesso ieri sera da una emittente tunisina, ha raccontato che il cognato trentenne si era recato in Turchia, con moglie e figlia, in cerca di lavoro e che, successivamente, e’ stato costretto ad unirsi agli insorti. A chiedere aiuto – ha aggiunto – e’ stata la donna che e’ riuscita a mettersi in contatto con il fratello, poco al di la’ del confine siriano, e ha descritto quanto accaduto sollecitando l’intervento del governo tunisino per essere riportata a casa. Stando a quanto detto dal giovane tunisino in tv, il cognato e’ un uomo religioso che in Tunisia frequentava la moschea (e li’ aveva conosciuto alcuni salafiti) ma mai aveva manifestato idee estremiste ne’, tanto meno, il desiderio di unirsi ai combattenti per la jihad in Siria.

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