Anonymous è partito all’attacco delle pagine dei salafiti tunisini su Facebook e annuncia che questo è solo l’inizio. Tra le pagine piratate c’è anche quella di Hizb Ettahrir (partito illegale, ma molto presente nelle manifestazioni dell’integralismo islamico) e una denominata “Il Corano sostituisca le Costituzione tunisina”. A determinare la scelta di Anonymous, che elenca tutti gli episodi di intolleranza dei salafiti, c’è l’oltraggio alla bandiera tunisina compiuto nell’università di La Manouba. Secondo il gruppo, il gesto prova la totale impunità nella quale agiscono gli integralisti. Anonymous ha quindi minacciato che, se il governo non interverrà a tutela del popolo tunisino, attacchera le mail dei salafiti, ma anche i loro conti bancari e i dischi rigidi dei loro computer. «Noi siamo Anonymous, noi siamo legione, noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo, temeteci, preparatevi», si sente nella sequenza sonora realizzata dal gruppo.
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