Non sono bastati giorni di massima allerta, di sanguinosi attacchi dei droni americani contro gruppi di (presunti) jihadisti, di ambasciate chiuse e di allarmi (a volte esagerati per far dimenticare lo scandalo Datagate) che hanno costretto molti occidentali ad andarsene dallo Yemen: la notte scorsa un commando del gruppo armato denominato “Al Qaeda nella Penisola Arabica” (Aqap) è riuscito a colpire e ad uccidere cinque soldati yemeniti dislocati a difesa di installazioni petrolifere e di gas nel sud del Paese. Un altro militare é sparito ed é ora considerato “disperso”. Gli assalitori sono arrivati quando ancora era buio, hanno aggirato i controlli e, dopo aver eliminato senza rumore il soldato di guardia al posto di controllo del terminal gasiero di Balhaf, nella provincia di Shabwa, si sono introdotti nel prefabbricato-dormitorio dei soldati ed hanno cominciato a sparare sorprendendo i militari nel sonno. Poi, a bordo dell’automezzo sul quale erano arrivati, gli uomini del commando sono riusciti a far perdere ogni traccia. Il sanguinoso assalto suona come una beffa al governo di Sanaa che già da una settimana aveva segnalato questo sito da dove transita la maggior parte del gas yemenita destinato all’esportazione (in parte proprietà del gigante petrolifero francese Total), come uno dei possibili obiettivi di attacchi qaedisti. Una temuta risposta, era stato detto, ai sempre più numerosi raid aerei compiuti dai droni statunitensi: 40 persone uccise solo negli ultimi quindici giorni. E non tutte le vittime erano integralisti islamici.
Ora, dopo l’azione della notte scorsa, le misure di sicurezza vengono in queste ore ulteriormente rafforzate. Lo spettro della strage di gennaio in Algeria nell’impianto gasiero di In Amenas è ancora ben vivo: in quell’occasione un numero imprecisato di fondamentalisti islamici fecero irruzione nel compound e presero in ostaggio centinaia di lavoratori prima di essere eliminati, quattro giorni dopo, dai soldati algerini. Ma nell’operazione anche decine di ostaggi furono uccisi.
Nelle ultime ore i jihadisti sono tornati a minacciare il governo di Sanaa. “Saranno liberati presto i membri di al-Qaeda nella Penisola Arabica attualmente in carcere nello Yemen”; parola del leader del cellula locale di al-Qaeda, Nasser al-Wuhayshi, che in una lettera indirizzata ”ai detenuti nelle carceri dei tiranni” ha detto che ”la detenzione non durerà a lungo e le catene saranno spezzate”, presto.
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