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Tokio: vince il candidato nuclearista e di destra

Un nuclearista convinto e sostenitore delle politiche del premier Shinzo Abe ha vinto ieri le elezioni per la carica di governatore della capitale nipponica. L’ex ministro della Sanità Yoichi Masuzoe ha riportato un successo schiacciante anche se a votarlo sono stati sono 2,11 milioni di elettori in una megalopoli di quasi 13 milioni di abitanti nella quale solo la minoranza degli aventi diritto – il 46.1% contro il 62,2 delle votazioni precedenti – hanno deciso di recarsi alle urne. Ad influire sulla scarsa partecipazione elettorale non solo il disinteresse ma anche il maltempo che ha colpito metà del Giappone provocando anche alcune vittime.

Pesantemente sconfitti i due candidati che avevano basato la loro campagna sul rischio di far ripartire il nucleare giapponese dopo l’avaria dei reattori di Fukushima, a meno di 300 chilometri da Tokyo, e il successivo blocco di tutte le centrali atomiche di paese. L’ex presidente della federazione degli ordini degli avvocati, ha ottenuto 982.594 voti e l’ex premier Morihiro Hosokawa ne ha avuti solo 956.063.

Il 65enne Masuzoe, che sostituirà Naoki Inose, costretto alle dimissioni per uno scandalo finanziario che l’ha coinvolto, ha spiegato la sua affermazione con lo stile della propria campagna, aggressiva e capillare. 

Indipendente ma sostenuto dal partito Liberal-democratico al potere, il nuovo governatore ha puntato sul successo delle Olimpiadi del 2010 e sull’impegno a portare la capitale all’avanguardia in campi particolarmente vicini ai cittadini, come prevenzione delle calamità naturali, welfare, economia e sufficiente disponibilità di asili. Spiazzando anche gli avversari con l’impegno ad alzare dal 6% attuale al 20% l’energia rinnovabile nel mix energetico che alimenta la metropoli.
Ma la verità è che le politiche nazionaliste di Shinzo Abe stanno convincendo una parte consistente della popolazione giapponese e Masuzoe ne ha saputo approfittare. Poco importa se fra le sue più note affermazioni c’è quella sul fatto che le donne non sarebbero adatte a ricoprire ruoli importanti nelle istituzioni, dato che il ciclo mestruale “le rende irrazionali” e dunque non idonee a cariche di responsabilità.

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