Il governo turco chiederà agli Stati uniti l’estradizione del potente predicatore e imprenditore islamico Fethullah Gulen, a capo di una tentacolare confraternita religiosa che vanta molti membri all’interno della polizia, della magistratura e di altri apparati dello stato turco. Lo ha confermato questa mattina durante una conferenza stampa ad Ankara il premier turco Recep Tayyip Erdogan che dopo la vittoria alle recenti elezioni amministrative aveva esplicitamente promesso vendetta contro i suoi nemici, primo tra tutti il suo ex mentore ed alleato che dal 1999 vive negli Stati Uniti in una sorta di ‘autoesilio’ volontario.
Erdogan accusa infatti i membri della confraternita di Gulen nella polizia e la magistratura di aver creato uno “stato parallelo” con l’obiettivo di rovesciare il suo governo attraverso un “golpe giudiziario”. Dopo l’arresto il 17 dicembre, nell’ambito di una maxi-inchiesta su un giro di tangenti, di decine di uomini d’affari, politici di primo piano del partito del premier e i figli di alcuni ministri poi liberati su pressione dell’esecutivo, migliaia tra poliziotti e giudici sono stati rimossi dal loro incarico, destituiti e trasferiti.
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