L’elezione del primo ministro Ahmed Meetig al Congresso generale nazionale (Cgn, il parlamento di Tripoli) è “anticostituzionale”: è questo il verdetto pronunciato oggi dalla Corte suprema della Libia, che ora trasmetterà la decisione alla Corte amministrativa per una sentenza finale, attesa per le prossime ore e che contribuirà a rendere il clima nel paese ancora più teso.
A questo punto l’incarico dovrebbe andare al primo ministro uscente Abdallah al Thinni, l’altro capo di governo della Libia dove, per alcune settimane, hanno ‘convissuto’ due esecutivi. E’ stato d’altronde lo stesso Thinni a presentare ricorso contro la legittimità dell’esecutivo guidato dall’imprenditore vicino ai Fratelli Musulmani.
All’inizio di maggio la procedura di voto al Cgn è durata più del previsto per consentire a Meetig, inizialmente scelto solo da 113 deputati, di raggiungere il quorum necessario di 121 consensi, grazie al sostegno delle forze islamiste.
I legali di Meetig hanno ora annunciato l’intenzione di fare appello alla decisione, ma non è chiaro se possa essere accolto in quanto la Corte suprema è la massima istituzione giudiziaria del paese.
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