L’economia ucraina sembra sempre più nel caos, mentre stanno per chiudere due banche di proprietà di magnati vicino al suo ex presidente Viktor Yanukovich, destituito dal golpe filoccidentale di febbraio seguito alle proteste della destra a Maidan a favore della firma del trattato di associazione con l’Unione Europea. Gli istituti di credito sono stati colpiti dagli sconvolgimenti economici e politici del paese. Si tratta di Brokbusinessbank, la 16esima banca ucraina per attività e di Forum Bank, la 24esima.
Ma non saranno le ultime a fare crack. Le banche sono infatti le prime vittime di una recessione fortissima, aggravata dalla ribellione nella zona dell’Est Ucraina, dalla guerra civile che ne è conseguita con attacchi sempre più violenti da parte delle truppe governative, nonché dall’annessione della Crimea alla Russia, decisa con un referendum plebiscitario dagli abitanti della penisola immediatamente dopo il colpo di stato e le minacce contro le comunità russofone da parte del nuovo regime.
Andriy Olenchyk, vice direttore generale del Fondo di garanzia dello stato, ha ammesso ieri che altre banche potrebbero presto essere messe fuori gioco, in seguito a uno stress test del sistema bancario deciso dalla Banca centrale.
Il tutto su uno sfondo sempre più preoccupante, tra fabbriche, mulini e miniere coinvolti nei combattimenti o tagliati fuori dai rifornimenti e quindi fermi da mesi. L’economia è crollata dell’1,1 per cento nel primo trimestre rispetto a un anno prima e il governo dice che potrebbe diminuire del 3-5 per cento dopo una crescita già pari a zero lo scorso anno.
In questo contesto si inserisce il megaprestito da parte della Troika e del Fondo Monetario internazionale, pari a diverse decine di miliardi di euro, in cambio dei quali il governo nazionalista ha concesso mano libera alle istituzioni internazionali in materia di aumento dell’età pensionabile, taglio dei salari e delle pensioni, licenziamenti nel settore pubblico, riduzione dei sussidi ai disoccupati e aumento delle bollette di luce e gas.
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