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Minatori in piazza a Donetsk contro la repressione di Kiev

Circa 1000 minatori sono scesi in piazza oggi nel centro di Donetsk contro l’intervento armato di Kiev nella parte orientale dell’Ucraina. “Chiediamo un’indagine e la punizione dei responsabili della tragedia a Odessa e Mariupol”, hanno detto gli organizzatori del corteo che sfilerà dalla Fiamma Eterna fino a Piazza Lenin, dove la manifestazione si concluderà con vari interventi.

A Mariu­pol le milizie neonaziste inquadrate nella Guardia Nazionale hanno aperto il fuoco contro civili e poliziotti che si rifiutavano di arrendersi uccidendo decine di persone disarmate. A Odessa invece i miliziani di estrema destra hanno incendiato la Casa dei Sindacati, uccidendo anche in questo caso molte decine di militanti dei sindacati, del Partito Comunista e di altre organizzazioni di sinistra che avevano organizzato una contestazione nei confronti del regime golpista di Kiev. Molte delle vittime sono state uccise a freddo dagli estremisti di destra dopo atroci torture.

Sulle due stragi l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vitaly Churkin, ha chiesto alla missione Osce, che ha propri osservatori in Ucraina, di stabilire i fatti e di far luce anche sui tragici eventi del 2 maggio a Odessa e del 9 a Mariupol.

Inoltre il Comitato di Inchiesta russo intende chiedere che siano messi sulla lista dei ricercati internazionali, accusati di crimini contro la pace e la sicurezza, il ministro degli Interni ucraino Arsenij Avakov e il capo della regione di Dnepropetrovsk, l’oligarca Igor Kolomoisky. Contro Avakov e Kolomoisky il comitato di indagine russo ha aperto un procedimento penale in base all’articolo “organizzazione dell’omicidio; utilizzo di mezzi vietati e metodi di guerra; rapimento; ostruzione delle attività lecite dei giornalisti “. Il tutto dopo la morte di due reporter russi della tv di stato a Lugansk, nell’est dell’Ucraina.

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