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Burkina Faso. Le manifestazioni prendono di mira l’ambasciata e una base militare francese

Ha un bel da fare per cercare di fermare le proteste antifrancesi il nuovo leader del Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traoré, insediatosi dopo aver deposto con un colpo di stato il precedente leader, il colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba.

Quest’ultimo ha formalmente accettato di dimettersi dalle sue funzioni e ha negato di essersi rifugiato in una base militare francese, come indicato dai golpisti. “Nego formalmente di essermi rifugiato nella base francese di Kamboincé. È solo un’informazione tossica per manipolare l’opinione pubblica”, ha scritto su Facebook il colonnello deposto nel suo primo intervento pubblicato dopo la dichiarazione del golpe del 30 settembre.

Secondo informazioni raccolte sul posto da Jeune Afrique, le discussioni tra i soldati sono incentrate su questo problema. Alcuni giovani ufficiali affermano che il capitano Ibrahim Traorè “non è interessato al potere” e “vuole tornare a combattere”. Non è esclusa la nomina da parte dei militari di un presidente civile.

Dal canto suo il comandante Ibrahim Traoré, autoproclamato nuovo leader del Burkina Faso, ha invitato i suoi connazionali ad astenersi da atti di vandalismo contro l’ambasciata francese. In una dichiarazione letta in diretta televisiva sull’emittente “Rtb”, il 34enne Traoré ha sostenuto che la situazione nel Paese “è sotto controllo”. La dichiarazione, la terza rilasciata pubblicamente da Traoré dal golpe del 30 settembre, è avvenuta nelle giornate in cui nel Paese continua a salire la protesta contro la Francia, che i militari golpisti hanno accusato di coinvolgimento negli eventi in corso, ed in particolare di aver offerto rifugio al leader deposto Paul-Henri Damiba in una loro base militare.

La smentita del deposto Damiba era arrivata a seguito della notizia diffusa dall’emittente televisiva nazionale “Rtb” dallo stesso Traoré, che in un secondo intervento ha dichiarato che il presidente deposto avrebbe attualmente trovato rifugio nella base francese di Kamboinsin, con l’obiettivo di pianificare una risposta all’azione di forza messa in atto da alcuni membri delle Forze speciali da lui guidate. Le Dichiarazioni hanno spinto i manifestanti che sostengono i giovani ufficiali golpisti a prendere di mira i simboli della presenza francese nel Paese: sabato i sostenitori di Traoré erano riusciti a dare alle fiamme l’ingresso dell’ambasciata di Ouagadougou, oltre che un centro culturale francese nella seconda città del paese: Bobo Dioulasso. Un video su Twitter mostra alcuni locali della ambasciata francese dati alle fiamme.

Le proteste sono continuate anche ieri, costringendo la sicurezza dell’ambasciata a sparare delle bombe lacrimogene dall’interno dell’edificio nel tentativo di disperdere i manifestanti radunativisi davanti nella convinzione che il deposto Damiba vi si trovi nascosto.

I crescenti appelli a manifestare contro la presenza di truppe francesi in Burkina Faso ha spinto alcuni settori politici a chiedere l’immediata espulsione dell’ambasciatore francese, oltre alla rottura delle relazioni diplomatiche con Parigi. I media hanno riferito inoltre di bandiere russe sventolate anche dai manifestanti che si sono diretti all’ex stadio municipale, alcuni al grido di “no all’ingerenza occidentale”, e che in parte – già dal giorno del golpe – si sono radunate nella piazza della Nazione, la principale di Ouagadougou, e davanti al memoriale dedicato all’eroe nazionale Thomas Sankara. Oltre alla deposizione di Paul-Henri Damiba, il leader della giunta al potere da gennaio, i manifestanti hanno reclamato la liberazione del colonnello Emmanuel Zoungrana, già arrestato due settimane prima del golpe di gennaio perché sospettato di preparare un’azione analoga.

L’agenzia Nova riferisce in una corrispondenza che la protesta contro la Francia è aumentata in particolare, dopo le voci – confermate anche dai nuovi golpisti – di un coinvolgimento di Parigi nel golpe.

L’esercito francese ha prontamente respinto ogni accusa di coinvolgimento: l’ambasciata a Ouagadougou ha fatto sapere che ha deciso di rilasciare tale dichiarazione in risposta alle notizie che circolano sui social media, mentre in città aumentano gli appelli a manifestare contro la presenza delle truppe francesi nel Paese. Altre raffiche di spari sono state registrate anche ieri in diverse zone di Ouagadougou ed esplosioni sono state segnalate anche nei pressi del campo militare che ospita le forze speciali francesi.

In serata un’ulteriore condanna degli eventi è venuta dal ministero degli Esteri di Parigi, che in una nota ha negato formalmente ogni coinvolgimento negli eventi in corso in Burkina Faso. “La base dove si trovano le forze francesi non ha mai ospitato Paul-Henri Sandaogo Damiba” e lo stesso vale per “la nostra ambasciata”, si legge nella dichiarazione.

 

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