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Croazia. I sindacati raccolgono 600 mila firme contro le privatizzazioni

Sebbene il governo croato, a causa delle diffuse proteste, abbia rinunciato a privatizzare i servizi cosiddetti non-essenziali del settore pubblico del Paese, come la manutenzione o le mense nella maggior parte dei servizi pubblici (scuole, amministrazione, ospedali), i sindacati di Zagabria hanno comunque raccolto le firme per indire un referendum per prevenire la cosiddetta “esternalizzazione” che è un altro modo per smembrare e regalare ai privati parte delle infrastrutture pubbliche.
Secondo i dirigenti sindacali, nelle due settimane previste dalla legge sono state raccolte più di 600 mila firme, che rappresentano ben il 17% dell’intero elettorato. Due settimane fa il governo di Zagabria ha annunciato di preferire un modello che prevede l’istituzione di un’azienda statale centralizzata che a livello nazionale integrerà tutti i servizi finora parte delle singole istituzioni ed enti locali, garantendo così secondo l’esecutivo notevoli risparmi, ma proteggendo anche i diritti dei circa 26 mila lavoratori. Se il piano verrà realizzato la nuova società pubblica sarà tra le dieci aziende più grandi del Paese.
I sindacati insistono però affinché il referendum contro la privatizzazione si tenga comunque – e fanno bene – sostenendo che il quesito è posto in modo da proibire anche il piano di centralizzazione, proposto dal governo. A loro avviso entrambi i modelli ridurrebbero nel contempo i diritti e gli stipendi dei lavoratori e la qualità dei servizi. Sull’ammissibilità del referendum nei prossimi mesi si dovrà pronunciare il parlamento.

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