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Cile: i familiari dei desaparecidos contro i privilegi dei gerarchi

Basta con i privilegi concessi ai gerarchi della dittatura condannati per crimini commessi tra il 1973 e il 1990. A chiederlo è l’associazione che riunisce i familiari dei ‘detenidos’ (arrestati) e ‘desaparecidos’ del Cile (Afdd) con una campagna lanciata nei giorni scorsi per ottenere misure concrete dal Congresso dominato da una maggioranza di centrosinistra.
“Chiediamo una serie di azioni che sinora non sono state compiute, come la chiusura del penitenziario di Punta Peuco, la revoca dei benefici ai criminali che parteciparono allo sterminio, la revisione di alcuni aspetti del codice penale e l’educazione al rispetto dei diritti umani” ha spiegato la presidente dell’Afdd, Lorena Pizarro.
L’associazione ha denunciato che le condizioni di reclusione a Punta Peuco, dove oggi scontano condanne per violazioni dei diritti umani circa 60 militari, stridono fortemente con quelle degli altri 53.000 detenuti cileni, costretti in penitenziari con un tasso di sovraffollamento del 70%.
Negli ultimi anni anche alcuni esponenti Gendarmeria hanno chiesto la chiusura delle carceri “di lusso” con particolare riferimento a Cordillera e Punta Peuco: ampie stanze, campi da tennis e da calcetto, barbecue, aree tv, Internet illimitato sono solo alcuni dei “servizi” offerti ai gerarchi reclusi.
Con lo slogan “Verità e Giustizia: Ora!” la campagna chiede la fine dell’impunità per i torturatori e la pubblicazione delle generalità di tutti coloro che sono finiti in carcere, alcuni ancora tutelati dall’anonimato. 
I familiari dei ‘detenidos’ e dei ‘desaparecidos’ vogliono anche che i tribunali militari non possano più avere giurisdizione in materia di diritti umani e che nel codice penale vengano inseriti delitti come la sparizione forzata di esseri umani e i crimini contro l’umanità.
Sostenuta dalla Commissione dei diritti umani della Camera, da alcuni parlamentari, esponenti della società civile e intellettuali, la campagna include seminari ed altri eventi culturali in memoria dei 3200 morti e dei 38.000 torturati sotto il regime di Pinochet mentre si avvicina il 41° anniversario del golpe fascista sostenuto dagli Stati Uniti. “Non possiamo costruire una vera democrazia se in Cile continuiamo a vivere con l’impunità” è stato il commento di Pizarro.

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