Il parlamento della Catalogna ha approvato ieri una legge contro l’omofobia che prevede anche un regime sanzionatorio, la prima del genere nello Stato Spagnolo.
Il provvedimenti è stato approvata a grande maggioranza dai membri del Parlament, l’assemblea regionale della comunità autonoma che ha Barcellona come capoluogo. Contro hanno votato solo i deputati del Partido popular (Pp, destra) e i democristiani conservatori di Uniò Democratica per Catalunya (regionalisti).
La legge si propone lo sviluppo e la garanzia dei diritti di omosessuali e transessuali e la loro tutela contro le discriminazioni e le aggressioni. Le misure previste vanno da attività pedagogiche nelle scuole e le università fino a un regime di sanzioni con multe per violazioni lievi, gravi e molto gravi. Si va da un minimo di 569 euro fino al divieto di ricevere sovvenzioni pubbliche per un massimo di 5 anni.
La norma raccoglie fra l’altro anche il principio dell’inversione dell’onere della prova, che sarà a carico del presunto discriminatore e non del discriminato. Proprio questo – assieme al regime delle sanzioni – era il punto più contestato dal Partido popular, che aveva sospeso la discussione della legge con un ricorso al Consiglio catalano per le garanzie. Organismo che però ha però dato parere favorevole alla norma, aprendo la strada alla sua approvazione in parlamento.
Il Partido popular (destra postfranchista) è al potere nel governo centrale di Madrid, ma è minoritario nel parlamento regionale catalano, dove rappresenta soltanto la quarta formazione per numero di eletti (diventerebbe la quinta se si votasse ora). Prima vengono i nazionalisti liberali di Convergencia i Uniò (CiU), gli indipendentisti di sinistra di Esquerra republicana de Catalunya (Erc) e il Partit dels Socialistes de Catalunya (Psc).
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