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Centrafrica: militari francesi accusati di abusi sessuali su bambini

Sono diventate un caso internazionale in poche ore le accuse di abusi su minori da parte dei militari francesi inviati in Centrafrica, accuse circostanziate e contenute in un documento dell’Onu il cui contenuto è stato diffuso dal quotidiano britannico Guardian.
I fatti a cui ci si riferisce la denuncia sarebbero avvenuti tra il dicembre del 2013 e il giugno del 2014 in un centro per sfollati nei pressi dell’aeroporto di M’Poko, nella capitale del paese Bangui: ad essere coinvolti, secondo fonti della stampa francese, potrebbero essere 16 militari di Parigi inquadrati nella “missione di stabilizzazione” denominata Sangaris. Il “documento di lavoro”, così è stato definito in termini ufficiali, riporta alcune testimonianze dirette e indirette raccolte per conto delle Nazioni Unite: le vittime degli abusi sarebbero una decina di bambini tra gli 8 e gli 11 anni, che li avrebbero subiti in cambio di cibo o di denaro.
Il ministero della Difesa francese ha assicurato che, se le accuse saranno provate verranno prese “le sanzioni più severe” nei confronti dei colpevoli e lo stesso presidente Hollande ha assicurato che in questo caso il suo atteggiamento sarà “implacabile”. Dopo la pubblicazione dell’articolo sul Guardian, il ministero della Giustizia aveva dovuto ammettere di stare indagando sulla questione da luglio 2014, su segnalazione della stessa Onu. Ma naturalmente nulla era finora trapelato, il che rende le promesse delle autorità francesi assai poco convincenti.
Ad allertare le autorità di Parigi, a quanto si apprende, sarebbe stato lo svedese Anders Kompass, funzionario dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani. Il Guardian sostiene che l’uomo abbia agito così “vista l’incapacità dell’Onu di agire per fermare gli abusi”, che in parte si sarebbero verificati quando già una missione di ‘caschi blu’ (Minusca) era stata dispiegata nel paese. Un’inchiesta su questo punto è stata chiesta anche da Paula Donovan, dell’ong ‘Aids Free World’, già in passato critica nei confronti delle Nazioni Unite su questo tema. È stata proprio Donovan a fornire il documento al Guardian.
Da parte loro, le Nazioni Unite hanno confermato che l’Alto commissariato per i diritti umani ha indagato sul tema degli abusi avvenuti in Centrafrica, ma Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale, ha definito il comportamento di Kompass “una grave violazione del protocollo”. Il funzionario è stato sospeso dai suoi incarichi e rischia il licenziamento. C’è da chiedersi se la priorità delle Nazioni Unite sia punire i colpevoli degli abusi e andare a fondo nella vicenda oppure adoperarsi per tenere l’opinione pubblica all’oscuro delle gravi accuse rivolte ai soldati di Parigi e quindi alle proprie missioni ‘di pace’?

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