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Nucleare: asse Italia-Ungheria

da “il Sole 24 Ore” di oggi

Asse tra Italia e Ungheria sullo sviluppo del nucleare
di Rendina Federico
 Atomo. Nuovi studi Asse tra Italia e Ungheria sullo sviluppo del nucleare Federico Rendine ROMA zwe Nucleare addio a tempi migliori. Fukushima spaventa, la politica si adegua. Ma «la ricerca non si ferma e tutto si giocherà sulle nuove garanzie di sicurezza» proclamava nèi giorni scorsi il nostro premier Silvio Berlusconi. Detto e fatto. Confezionata con comprensibile riserbo ecco infatti la sorpresa. Che si gioca in queste ore dietro il sipario del consiglio europeo dell’energia in corso a Budapest. Lì, con un primo patto tecnologico con l’Ungheria, l’Italia sta tentando di guadagnarsi un posto in prima fila nella ricerca sul nucleare di quarta generazione. Quello che dovrebbe riciclare le scorie in ulteriore carburante, disattivando automaticamente le reazioni nucleari in caso di guasto. La meta tecnologica e commerciale? Reattori con raffreddamento al piombo da sviluppare partendo dalla tecnologia già adottata dai russi peri sottomarini atomici. La strada da battere: un’alleanza scientifica e operativa con l’Ungheria. Per piazzare intanto un laboratorio avanzato nelle strutture della centrale di Paks, che con tecnologia russa Vver per quasi ami-la megawatt produce più di un terzo dell’energia necessaria all’Ungheria, ma dovrà ora vedersela con gli stress test disposti dalla Ue. Con gli ungheresi si pensa a una tappa operativa, da raggiungere nel prossimo quinquennio: una centrale atomica sperimentale, da loro da ioo Mw, un decimo di un reattore di terza generazione come il francese Epr. Un prototipo di quarta generazione dove il made in Italy potrebbe giocare un ruolo chiave. Pilota politico dell’operazione è Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega per l’energia. A lui il compito di dare una forma operativa ai primi accordi intergovernativi imbastiti dal ministro Paolo Romani. «Dopo quanto accaduto a Fukushima il tema centrale rimane quello della garanzia assoluta sulla sicurezza, e la nuova filiera di reattori veloci al piombo presenta aspetti di indubbio interesse su questo fronte, e offre oltretutto all’Italia un’ottima carta da giocare per riguadagnare un ruolo leader nella ricerca di settore» rimarca Saglia.

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