I collettivi studenteschi scelgono un concentramento alternativo ma interno alla giornata indetta dal più grande sindacato italiano.
La tempesta in un bicchier d’acqua. Così si è stemperato durante la giornata del 6 maggio il clima di tensione cresciuto nei giorni precedenti a causa delle marcate differenze di giudizio sullo sciopero CGIL.
Le recenti assemblee di “uniti contro la crisi”, le prese di posizione dei vari collettivi studenteschi avevano evidenziato i grossolani limiti di uno sciopero definito dai vari soggetti “sciopericchio”, “sciopero pre – elettorale”, operazione politico/sindacale alla ricerca di una ricomposizione sindacale con CISL e UIL , con una fermata che in Toscana non ha superato le 4 ore.
Nonostante i comuni giudizi tranchant, le varie anime del movimento hanno deciso posizionamenti diversi in piazza. “Uniti contro la crisi” ha preferito uno spezzone “critico” interno al corteo CGIL, mentre Sinistra Per, Tijuana Project, il Collettivo Autonomo Universitario, il Collettivo Aula R di Scienze Politiche e altre realtà cittadine hanno scelto il presidio in P.zza Garibaldi, per inserirsi successivamente nel corteo partito, con una scelta molto inusuale, dalla Camera del Lavoro in Viale Bonaini.
Altra anomalia della giornata il forte servizio d’ordine schierato dal sindacato, testimonianza viva delle preoccupazioni per eventuali contestazioni di piazza contro una manifestazione aperta dallo striscione “Il tempo di cambiare è ora”, composto da lavoratori dei Cantieri di Pisa, dalle aziende dell’indotto Piaggio in crisi, della Mitsuba, Transitalia- Logistic e di Rsu delle fabbriche del nostro territorio, dei lavoratori della conoscenza e della funzione pubblica.
Nei fatti il passaggio del tranquillo corteo sindacale (4.000 persone stimate) di fronte al presidio studentesco (250 circa tra giovani studenti medi, universitari, lavoratori precari) non ha causato alcun tipo di tensione. La volontà del presidio è stata quella di rappresentare un’istanza critica ma interna alla giornata dello sciopero generale, con lo striscione “Nessuna tregua per governo e padroni”, firmato Zona Autonoma Universitaria.
Infine, quando lo spezzone studentesco accodatosi alla manifestazione è passato di fronte alla piazza del comizio sindacale – dove campeggiava un immenso “Ora basta“ scritto nella parte bianca della bandiera italiana – dopo alcuni slogan contro la concertazione, il clima si è definitivamente ristabilito con un comune applauso a favore dei lavoratori scesi in piazza.
Gli studenti hanno poi continuato il loro tragitto per affiggere uno striscione di fronte alla sede locale della Confindustria, sotto gli occhi guardinghi e nervosi di alcuni reparti di polizia e carabinieri in assetto antisommossa.
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