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La grande bolla immobiliare (del PD)

Sitta gioca a nascondino con le cifre degli alloggi vuoti a Modena e intanto la vicenda del piano edilizio di via Aristotele chiarisce chi comanda in città: cooperative edili (un tempo, molto lontano, “rosse”) e grandi banche, a partire dalla BPER. Ci complimentiamo con quei rabdomanti di Nadia Spa (al 100% della BPER), Acea e Cooperativa di Costruzioni che hanno acquistato terreni destinati ad attrezzature generali che tra poco, se il consiglio comunale approverà la variante garantendo l’edificabilità, potrebbero valere 6 volte il prezzo di acquisto: non c’è che dire, quello che toccano diventa oro. Il Partito Democratico del Cemento – programma: cemento per tutti – non lascia ed anzi raddoppia. Dopo la piscina al parco Ferrari, gli sciagurati progetti di parcheggi sotterranei al Novi Sad ed in Piazza Matteotti (con annessi onorari per il progetto Botta), le ultime iniziative della Giunta Pighi rilanciano la costruzione di migliaia di nuovi appartamenti, solo in minima parte case popolari. 600 nuovi appartamenti (via Cannizzaro e via Aristotele), addirittura, potrebbero danneggiare le falde acquifere che servono circa 100mila persone.

Dire che si cementifica, dando mano libera ai privati, con l’obiettivo di dare la casa a tutti è una frottola. A Modena sta crescendo una gigantesca bolla immobiliare e la soluzione non è chiedere alle famiglie di indebitarsi con le banche con mutui che ti strangolano per 30 anni. L’alternativa c’è e si chiama massiccio piano di case popolari a partire dalla manutenzione del patrimonio pubblico, che invece è in piena svendita, e dal riutilizzo degli alloggi vuoti risultato della grande speculazione immobiliare. Solo così risolveremo i problemi delle famiglie lavoratrici, a partire da quelle 1800 a rischio sfratto, per le quali nemmeno il Peep è una soluzione.

La Giunta cittadina fornisce cifre di alloggi vuoti vaghe (5 o 6mila) ma soprattutto al ribasso se comparate con le dichiarazioni dell’assessore provinciale Pagani (30 mila per l’insieme della Provincia). Sembra che solo i membri della Giunta e della maggioranza non vedano per le strade della città un crescente numero di cartelli “vendesi” e “affittasi”. Oppure che soltanto loro non sappiano che diverse imprese edili di impiantistica si fanno ormai pagare non con denaro contante ma con alloggi rimasti invenduti.

E non si dice nulla, nemmeno, sul fatto che da anni in via Nonantolana ci sono quasi 90 alloggi di proprietà pubblica vuoti, uno spreco vergognoso.
La storiella che a Modena non si trova casa perché non si alimenta abbastanza il libero mercato non sta più in piedi, comunque la si guardi.

Come fermare questa nuova ondata cementificatoria? Se non vogliamo vedere le ruspe ovunque, forse dovremo lottare come i No TAV della Val di Susa.

Circolo PRC “Gramsci” di Modena città

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