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Blocco degli operai immigrati a Bergamo

C ntinua da ieri lo sciopero compatto dei 150 operai delle cooperative di Bergamo organizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe, la stragrande maggioranza sono immigrati. Sono in lotta di fatto il 100% dei lavoratori (a parte 5/6). Dopo lo sciopero di tutta la giornata di ieri, questa mattina vi è il blocco totale dei camion. Gli operai sono determinati a resistere fino in fondo.

Gli operai con la loro lotta hanno già imposto dei risultati, relativi soprattutto al rispetto del contratto; ma ora lo sciopero continua per la questione degli orari e organizzazione del lavoro e contro la politica aziendale di pretendere una conciliazione individuale dei lavoratori sulle somme non corrisposte in passato che però metta una pietra tombale su tutte le rivendicazioni dei lavoratori (anche infortuni, ecc.). L’azienda in combutta con i sindacati confederali – che finora non avevano fatto nulla e assistito in silenzio al supersfruttamento e negazione dei diritti elementare degli operai immigrati e che si sono “svegliati” solo per bloccare la presenza dello slai cobas per il sindacato di classe,  – ha già firmato un verbale, con il solo scopo di concedere solo qualcosa (a fronte delle tante irregolarità), ma soprattutto per far fallire la lotta degli operai e non riconoscere lo slai cobas per il sindacato di classe.

Per questo, il centro dello sciopero e del blocco di oggi è proprio il riconoscimento dello slai cobas per il sindacato di classe. Gli operai fin dall’inizio hanno detto che questa è una condizione essenziale per difendere realmente i loro interessi e su questo è giustissimo scioperare.

Questa lotta è importante e deve vincere, unisce la lotta contro lo sfruttamento alle logiche schiaviste e razziste verso lavoratori immigrati di padroni soprattutto al nord; in questa lotta si sta realizzando una unità di classe tra operai immigrati e operai italiani.

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