«Se si facesse un’asta per le frequenze tv invece di procedere con il beauty contest, »andrebbe deserta«, ha detto il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè.
Si aggiunge così a Confalonieri (Mediaset), e si può capire che non vogliano pagare per qualcosa che fin qui ha permesso loro di far soldi senza pagare l’uso di un “bene pubblico” come le frequenze. Ma una constatazione è inevitabile: se l’asta avvenisse e andasse deserta, lo stato dovrebbe impedire le trasmissioni sia di Mediaset che de La7 (essendo la Rai di proprietà statale dobbiamo dare per scontato che almeno lei parteciparebbe alla gara, pagando peraltro un prezzo più basso – la semplice “base d’asta” – per assenza di competitors).
Dunque, Bernabé sta semplicemente chiedendo a Mario Monti di non fare la gara e lasciare le cose come stanno. Strana idea di capitalismo, quella che prevede di non pagare la merce-chiave e non di evitare la concorrenza.
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