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‘Il protocollo sfratti è un enorme flop’. L’Asia-Usb sbatte la porta

L’organizzazione sindacale degli inquilini e assegnatari – AS.i.A USB Bologna – ieri durante una conferenza stampa ha denunciato il flop delle politiche del comune in tema di casa e la sua conseguente indisponibilità sulla seconda versione del protocollo – firmato il 13 luglio da CGIL,CISL,UIL, Tribunale Bologna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comuni, Associazioni di proprietari e inquilini, Istituti di credito e Fondazioni bancarie – che prevede lo stanziamento di un Fondo di salvaguardia di 400.000 € per gli inquilini che abbiamo perso il posto di lavoro, e che si trovino impossibilitati a pagare il canone di locazione. A 5 mesi da quella firma l’Associazione Inquilini Assegnatari – che nel frattempo ha seguito le udienze in Tribunale informando sia gli affittuari morosi che i padroni di case sulla possibilità di aderire al protocollo – considera la seconda versione del protocollo un “totale fallimento” dopo che anche il primo, il quale aveva ricevuto anche il plauso del Presidente della Repubblica Napolitano nei confronti del Prefetto bolognese Tranfaglia e dell’allora commissario Cancellieri, era già di fatto fallito rendendo necessaria una revisione. “Su un totale di 50 casi seguiti” denuncia l’Asia Usb “solo 3 casi sono stati portati alla firma del protocollo”. 

Se invece si conta il numero di sfratti per morosità che l’aula del Tribunale di via Farini ha esaminato in questo periodo vengono i brividi: in soli tre mesi sono passati davanti al giudice circa 950 procedimenti riguardanti esercizi commerciali e situazioni abitative.
“La collaborazione che abbiamo fornito all’Amministrazione Comunale, pur non avendo firmato il protocollo – spiega il sindacato di base – per cercare di trovare soluzioni alla situazione drammatica degli sfratti nella nostra città, ci ha permesso di individuare le lacunose mancanze che questo presentava… come già il sindacato USB aveva detto, per come è stato formulato il protocollo, era abbastanza prevedibile che avrebbe portato all’ennesimo fallimento. Per questo motivo la nostra decisione è quella di uscire”
A fronte di un’emergenza crescente che fa dell’ Emilia Romagna la terza regione in percentuale (7.054 sfratti, il 10,8% del totale), dopo la Lombardia (13.865 sfratti, 21,2% del totale) per numero di sfratti eseguiti a livello nazionale, il sindacato chiede ancora una volta che sia l’Amministrazione, sia la Prefettura applichino quelle soluzioni che AS.I.A suggerisce: la requisizione di un’immensità di case sfitte e un blocco degli sfratti esecutivi.
“Chiediamo che le istituzioni locali si attivino, facendosi portavoce a livello nazionale, per richiedere:
1) l’abolizione della legge 431/98 , vera causa di questa situazione.
2) l’ approvazione di un vero “Piano Casa Nazionale” di edilizia pubblica
3) una nuova legge sui cannoni che sconfigga la rendita parassitaria e affermi il principio che la casa non è una merce di scambio ma un diritto sacrosanto.”
“Senza queste misure per far fronte alla situazione di emergenza non esistono alternative a quelle che vedranno migliaia di cittadini buttati in strada dall’Ufficiale Giudiziario senza nessun’altra soluzione che quella di occupare le migliaia di appartamenti sfitti che i proprietari lasciano vuoti per far lievitare i prezzi degli affitti”.

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