La procura di Torino ha bisogno di battere i record. E così stamattina i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, già protagonisti di quasi tutte le inchieste contro il movimento No Tav, hanno coordinato un’ondata di arresti contro una delle aree antagoniste del capoluogo piemontese.
Ventinove tra arresti (una decina), 111 indagati e “misure cautelari”, tra cui almeno 25 perquisizioni, dirette principalmente con gli animatori dell’Asilo Occupato di via Alessandria ma anche contro altre aree del movimento antagonista torinese. La sede storica, occupata e autogestita fin dal 1995, è stata circondata da blindati e altri mezzi di polizia e carabinieri. Cinque compagni che dormivano all’interno sono saliti sui tetti per alcune ore, poi sono scesi. Tra di loro due dei destinatari del mandati di cattura.
L’area politica presa di mira è soprattutto quella anarchica – un classico di tutte le ondate repressive su larga scala e tempi lunghi; cominciano con i più deboli e poi man mano vanno a colpire tutto il movimento – con qualche “carotaggio” in area autonoma.
Tra i destinatari del mandato d’arresto anche tre dei quattro compagni in attesa di processo per il “famoso” incendio di un generatore in un cantiere della Tav, in Val Susa. Per questo “reato” gli stessi pm avevano ipotizzato l’aggravante di “terrorismo”, venendo poi smetniti clamorosamente dal tribunale del riesame. Si stava dunque asppettando la loro liberazione da un giorno all’altro (per via della ridotta carcerazione preventiva, una volta caduta l’aggravante paranoica). E invece il nuovo mandato fa ripartire il timer carcerario per Blasi e Alberto, mentre per Chiara Zenobi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Per tutti sono stati contestati i reati di danneggiamenti, interruzione di pubblico servizio, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e invasione di terreni ed edifici i reati contestati. Gli episodi cui si riferiscono fanno capire bene come per la procura torinese sia “reato” qualsiasi manifestazione di dissenso politico anche lievemente “attivo”. La traduzione fattane dal solito Numa de La Stampa è peraltro illuminante: “occupazioni di case, attacchi alla sede degli ufficiali giudiziari, raid vandalici contro sedi di partito, in particolare il Pd e altre ‘azioni dirette’”. In particolare viene criminalizzata la resistenza solidale agli sfratti, nel chiaro intento di stroncare una pratica che ha avuto molti successi e creato soltanto forti imbarazzi negli amministratori locali di tutta Italia.
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