Prima udienza e rinvio al 2 ottobre prossimo della causa intentata da Mary de Rachewiltz, 86 anni, figlia del poeta Ezra Pound, per chiedere che sia interdetto al centro sociale di destra Casapound l’uso del nome del genitore.
Il rinvio, deciso dal presidente della prima sezione del tribunale civile di Roma Daniela Bianchini, è scaturito poichè il legale del centro sociale, Domenico Di Tullio, – con finezza degna dei suoi difesi – ha eccepito la paternità di Pound della signora De Raschewiltz.
Il legale della donna, Felice D’Alfonso Del Sordo, ha chiesto ed ottenuto un termine per depositare il testamento di Pound e la dichiarazione di partenità rilasciata davanti alle autorità diplomatiche statunitensi.
Il ricorso di De Rachewiltz, la quale vive in un castello nel nord Italia, è stato presentato in seguito all’omicidio, avvenuto a Firenze, di due senegalesi da parte di Gianluca Casseri, simpatizzante e frequentatore di Casapound.
Quanto alla “finezza” e alla “cultura” dei “dirigenti” di quel luogo, ci limitiamo qui a postare la loro richiesta di “precisazione” rivolta al Manifesto per un corsivo di Alessandro Robecchi; cui l’autore risponde in modo fulminante (sabato 21 gennaio).
Precisazione
In merito al contenuto dell’articolo “Downgradati di casa nostra”, di Alessandro Robecchi (il manifesto 15/1), si precisa che, contrariamente a quanto riportato, CasaPound Italia, che non è associazione di matrice neonazista (né del Tuscolano, né dell’Illinois), rimane assolutamente estranea sia a “sparacchiamenti”, insulti e minacce veicolate tramite Facebook, sia a fantomatiche manovre per il controllo di una sede.
Gianluca Iannone CasaPound Italia
… hanno inoltre un gran senso dell’umorismo che li spinge a rettificare un pezzo satirico. Alalà!
a.r.
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