Questa mattina alcune decine di studenti e precari hanno sanzionato gli uffici INPS di Napoli, per protestare contro chi oggi governa e amministra il sistema della previdenza sociale nel giorno in cui il governo e quel che resta dei sindacati di questo paese si accingono a firmare accordi scellerati volti a ristrutturare il mercato del lavoro in una direzione di non ritorno.
Generalizzazione della precarietà e distruzione delle garanzie legate all’art.18 seguono le politiche di smantellamento del welfare a cui assistiamo da anni. E’ evidente invece che la crisi porta con sè disoccupazione e recessione, che sempre meno persone lavorano, e sempre di più sono precarie, e che quindi non è più pensabile un welfare che si sostiene unicamente attorno alla dimensione lavorativa e alla famiglia.
L’INPS è l’istituto che gestisce imbarazzanti misure di sostegno al reddito per chi perde il lavoro e l’erogazione delle pensioni, quelle stesse pensioni che la generazione dei precari non vedranno mai.
I tagli del governo, le misure di austerity, insieme a nuova recessione ci consegnano un futuro di precarietà generalizzata, che significa impossibilità di condurre una vita dignitosa per sempre più persone. La riforma del mercato del lavoro che il governo Monti intende approvare si traduce infatti in un attacco pesantissimo e generalizzato alle condizioni di lavoro, ai diritti e alle tutele di chi lavora. Ma soprattutto un ricatto durissimo nei confronti dei precari e di chi fa ingresso nel mondo del lavoro, costretti a scegliere tra l’esclusione dal mondo del lavoro e la ricattabilità, l’assenza di diritti, l’insufficienza dei redditi. Una specie di schiavitù legalizzata, dove il debito privato funziona da catena.
All’inps oggi abbiamo richiesto invece l’apertura di uno sportello vero, adeguato ai bisogni di coloro che lavorano e che non lavorano, dei giovani e degli anziani, degli intermittenti e degli studenti, per superare la vergognosa contrapposizione artificiale fra vecchi garantiti e giovani, proprio nel momento in cui si fa leva sulla precarietà e la flessibilità per restringere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici tutti. Chiediamo uno sportello sul reddito, universale e incondizionato, sganciato dal lavoro. Ripensare il welfare veramente in direzione redistributiva vuol dire pensare ad un istituto come il “reddito di esistenza”, vuol dire superare la precarietà e non estenderla, vuol dire estendere le garanzie legate all’art.18 e non distruggerle.
Abbiamo bisogno di immaginare e costruire completamente dall’inizio un welfare all’altezza delle nuove forme di vita e di lavoro.
* Aula Flex, Aula Lettere Precarie
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