«Questa è una riforma seria ed equilibrata. Spero che i partiti capiscano: modifiche se ne possono fare, ma il governo non accetterà che questo disegno di legge venga snaturato o sia ridotto in polpette».
Nell’intervista a Repubblica, il ministro del Welfare, Elsa Fornero non lascia spazio alle mediazioni: «Questo provvedimento potrà anche subire qualche cambiamento, ma chiediamo che il Parlamento sovrano ne rispetti l’impianto e i principi basilari. In caso contrario dovrà assumersi le sue responsabilità e il governo farà le sue valutazioni».
Fornero specifica ulteriormente quanto detto dal premier Monti sulla riforma che verrà approvata «salvo intese». «Non vuol dire che la discussione è ancora aperta e che per un’altra settimana riparte la giostra. Il provvedimento è quello». «Sull’art. 18 – prosegue -, il senso della nostra riforma è chiaro: nei licenziamenti per motivi economici oggettivi è previsto l’istituto dell’indennizzo e non quello del reintegro. Questo principio base della legge dovrà essere rispettato».
«Il Pd – fa sapere inoltre il ministro – si è più volte dichiarato disponibile a una ‘manutenzione’ sull’articolo 18 anche se noi non abbiamo mai capito cosa questo significhi nella pratica. Quanto alla Cgil, non ci ha mai fatto controproposte». «Noi siamo sereni», afferma ancora Fornero, «con questo provvedimento per la prima volta dopo tanti anni cerchiamo di creare le condizioni per aumentare l’occupazione, rimettiamo mano agli ammortizzatori sociali».
E, sullo strumento tecnico aggiunge: «Un decreto legge sarebbe stato una forzatura», «ma guai – avverte – se questo venisse letto come un cedimento che consente ai partiti di fare melina, di annacquare la riforma. Sarebbe un disastro per l’Italia, anche sui mercati». Apres nous, le deluge…
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