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Nuova occupazione a Roma: “alla crisi rispondiamo, gli spazi li viviamo”

 
Oggi un gruppo di precarie, famiglie, studenti/esse ha occupato un edificio in via Boccea 506 vuoto da 10 anni. Questo è solo uno dei moltissimi esempi di luoghi lasciati all’abbandono all’interno della città. In questi ultimi anni l’emergenza abitativa e la mancanza di luoghi di socialità e cultura hanno raggiunto sempre più persone.

La nostra azione nasce da un aggregato di persone che per trovare una soluzione a queste necessità ha scelto di darsi come metodo quello dell’autorganizzazione; perchè è un dato lampante che la politica delle istituzioni è, nel migliore dei casi, incapace di trovare una soluzione. Più spesso, invece, è completamente asservita a quelli che sono i poteri forti all’interno di questa città: i palazzinari e gli speculatori.
Vogliamo ribadire il fatto che la casa è un diritto e non un privilegio e che la necessità di avere degli spazi in cui sperimentare forme di socialità, di cultura e di sport accessibili a tuttie non deve in nessun modo essere sottomessa alle logiche del mercato. 
Da sempre hanno provato a convincerci che l’unico modo per ottenere una vita dignitosa sia pagare per ogni cosa; in realtà questo serve soltanto ad arricchire all’infinito i pochissimi che vivono di speculazione e di rendita.
Parliamo di chi costruisce case, centri commerciali, impianti sportivi “fantasma” con soldi pubblici e su terreni agricoli che dovrebbero essere di tutti/e.
Che distruggono interi pezzi di città costruendo quartieri sempre più lontani dal centro e privi completamente di servizi e strutture essenziali (trasporti, illuminazione, ospedali, biblioteche) con case dai costi sempre più insostenibili.
Il costo sociale del profitto, già prima di quello della crisi, lo hanno sempre pagato lavoratoritrici,
precarie, immigratie,studentiesse. Andando ad ingrossare le fila di quelli/e costretti/e a lavorare e studiare in maniera sempre più precaria e a vivere in condizioni materiali sempre peggiori, a tutto vantaggio degli speculatori e delle grandi proprietà immobiliari.
Decidiamo di non pagare più questo prezzo, riprendendoci ciò che ci spetta.
In questi giorni abbiamo intenzione di mostrare concretamente un percorso di condivisione che può costruire soluzioni a necessità comuni.
Vogliamo far vivere questo luogo con 2 giorni di iniziative a cui invitiamo TUTTI E TUTTE a partecipare; perchè le risposte ai problemi devono necessariamente essere collettive e
partecipate (qualcuno ricorda il famoso detto “divide et impera”?).
Durante questi 2 giorni prenderanno parola e spazi alcune realtà territoriali impegnate in ambiti diversi; cultura, arte, sport, diritto all’abitare. Lo faremo in questo luogo partendo da soluzioni concrete, faremo vivere questo spazio abbandonato e metteremo a disposizione del territorio contenuti, iniziative e la possibilità di esprimersi e confrontarsi su esigenze e desideri comuni. 

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