Primo serio problema per il governo Monti, che rischia la sua maggioranza non certo sulla “riforma” del mercato del lavoro (un crimine contro l’umanità che Pd e Cgil ora difendono a spada tratta), ma nientepopodimeno che sulle frequenze tv.
Queste verranno infatti messe all’asta e saranno vendute a pacchetto, mentre fin qui erano state di fatto gratuite per decisione – ai tempi di Craxi e poi direttamente di Berlusconi. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha specificato che «il beauty contest (una specie di “concorso di bellezza” tra i vari concorrenti alle frequenze, che avrebbe visto l’assegnazione a chi già ce l’ha e senza sborsare un euro, previsto dal precedente ministro – l’ex dirigente di tv locali, tra i berlusconiani di ferro, Paolo Romani, ndr) verrà azzerato».
A nove giorni dalla scadenza della ‘pausa di riflessione’ che il governo si era preso per esaminare la decisione del precedente esecutivo, Passera ha già individuato il percorso per assegnare i multiplex di frequenza d’intesa con l’Europa e l’Autorità delle comunicazioni. «La prossima asta – spiega – sarà fatta di pacchetti di frequenze con durate verosimilmente diverse».
Una delle ipotesi è che la banda larga 700 (2 o 3 multiplex dei 6 totali in palio) venga aggiudicata per un periodo di tre anni, da qui al 2015, quando è previsto lo spostamento di reti dalle tv all’accesso a Internet. Il resto dei multiplex meno ‘preziosì verrebbe assegnato per un periodo più lungo a imprese puramente televisive. Se i passaggi parlamentari e in sede europea avranno buon esito, l’autorità potrebbe indire la gara già entro l’estate.
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