Sciopero di otto ore e blocco stradale questa mattina ad Ancona davanti alla sede della Sirti (installazione e progettazione di reti telefoniche), attuato dagli operai della Fiom dopo l’annuncio di mille esuberi e la trasformazione della cassa integrazione per ristrutturazione in Cig per crisi economica. La Sirti produce per aziende come Telecom, Wind, le Fs. «Da un attivo di 70 mln – dice Roberto Mochi della Rsu Fiom – siamo passati inspiegabilmente a un deficit di 470 milioni di euro, e al rischio di una riduzione del personale del 40%».
Invece a Lago Patria, nel Napoletano, un gruppo di cinque operai sempre della Sirti è salito su un traliccio a quaranta metri di altezza, mentre i loro colleghi di lavoro, circa 300, stanno realizzando un presidio. Gli operai interessati dalla cassa integrazione sono circa 1000 in tutta Italia, 120 dei quali a Napoli. «Siamo disposti – dice dal traliccio dove si trova, Peppe Galeota, della Uilm – a rimanere qui fin quando non ci sarà la convocazione di un tavolo nazionale per confrontarci con l’azienda. Siamo pronti ad ogni forma di protesta per difendere il nostro posto di lavoro. La procedura avviata dall’azienda è propedeutica al nostro licenziamento». La Sirti è costruttrice di rete telefonica, «una società leader nel suo campo – sottolinea Galeota – e non crediamo che il nostro destino possa essere quello della perdita del lavoro come prevede il piano di riorganizzazione dell’ azienda».
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