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Scuola: ministero ordina di non retribuire ai precari le ferie non godute

Oggi il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ordinato alle Ragionerie Territoriali di sospendere i pagamenti delle ferie non godute, previsti per i primi di settembre, a tutti i lavoratori della Scuola, “in attesa della conversione in legge del decreto legge 95/2012”, ovvero la cosiddetta spending review.

“I primi ad essere colpiti saranno i precari – denuncia Francesco Bonfini, dell’USB Pubblico Impiego Scuola – i quali, per la natura del loro contratto, non possono materialmente fruire delle ferie prima della scadenza dell’incarico. Questo provvedimento aberrante è reso possibile dalla nota del MIUR del 16 luglio scorso, in cui si stabilisce che l’art.  5, comma 8, della spending review si applica anche alla scuola, facendo sì che le ferie, i riposi e i permessi spettanti al personale sono obbligatoriamente fruiti e non danno luogo in alcun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.

“Nel caso dei precari, ciò avviene in spregio a contratti nazionali ed interpretazioni dell’ARAN – incalza Bonfini – inoltre riteniamo che il divieto di monetizzare le ferie non godute annullerebbe il diritto alle ferie e dunque violerebbe la Costituzione per disparità di trattamento”.

“Il MEF – prosegue il rappresentante USB – sembra dare per scontato che il Parlamento approvi ‘a bacchetta’ quanto imposto dal Governo, così come per il taglio in tutta fretta di altri 16.000 posti, i docenti già messi in esubero dalla Gelmini, spostati come pacchi da una materia all’altra, e l’accorpamento di oltre 80 scuole, conseguenze irreversibili della spending review”. Sottolinea Bonfini: “Così, dopo aver colpito solo i lavoratori e rigettato qualsiasi ipotesi di varare una patrimoniale sui redditi dei miliardari, ora il  Governo Monti si appropria dei pochi soldi, circa 1.000 Euro, su cui un precario della scuola può contare per affrontare i mesi di disoccupazione”.

Conclude il sindacalista: “L’USB chiama tutti i precari a mobilitarsi contro questo ennesimo sopruso, portando la propria protesta in ogni città, a partire da quella che lunedì vedrà i lavoratori tornare sotto il Ministero della Funzione Pubblica contro tutto l’impianto della spending review, avallata invece da Cgil, Ugl, Cisl e Uil con l’accordo del 3 maggio scorso”.

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