L’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, è indagato dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sul presunto pagamento di tangenti in Algeria da parte della controllata Saipem. L’accusa a Scaroni è di corruzione internazionale. Sono in corso perquisizioni da parte della Guardia di Finanza di Milano nelle sedi di Eni e Saipem e nell’abitazione di Scaroni a Milano.
L’inchiesta investe una commessa di 11 miliardi di dollari, per la quale sarebbe stata pagata una tangente da 197 milioni di euro. Coinvolta la Saipem, la società controllante – Eni – e quindi anche il suo amministratore delegato. Per aggiudicarsi il progetto Medgaz e il progetto Mle, in joint venture con l’ente di stato algerino Sonatrach, le due società italiane avrebbero versato alla società Pearl Partners Limited, appartenente alll’intermediario Farid Noureddine Bedjaouidi, ad Hong Kong, quasi 200milioni destinati a “ungere” faccendieri, esponenti del governo algerino e manager della stessa Sonatrach.
Nel frattempo, la notizia delle indagini trascina in basso il titolo di Eni (-2,26% a 17,76 euro). Risale invece Saipem (+6,13% a 21,98 euro), ma dopo un crollo pauroso nei giorni scorsi.
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