Pista svizzera per lo scandalo Lega
La missione a Lugano dei pm napoletani Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli è andata ben oltre le aspettative. I due pm, insieme a Henry John Woodcock, indagano sulla corruzione internazionale con al centro Finmeccanica e i suoi appalti e commesse all’estero: in America Latina (intermediario Valter Lavitola); in Sudafrica (ne parla l’ex presidente di Finmeccanica-Africa, Francesco Tuccillo); in India, appunto.
I due pm napoletani e gli investigatori del Noe dei carabinieri sono tornati a casa con importanti conferme documentali sulla commessa da 560 milioni di euro per i 12 elicotteri.
Va detto che Lorenzo Borgogni ha spiegato agli inquirenti napoletani che per gli elicotteri venduti all’India c’è stata una tangente di dieci milioni di euro girata agli intermediari e ad alcuni partiti politici, soprattutto la Lega. Ma l’attività di ieri, fanno sapere in Procura, non aveva come obiettivo la verifica, appunto, di queste tangenti politiche.
L’ex responsabile relazioni esterne di Finmeccanica avrebbe confermato ai pm le indiscrezioni sull’affare indiano riportate in una lettera apocrifa nella quale si raccontavano nel dettaglio i vari passaggi per la gestione della commessa.
Un accenno al capitolo sudafricano, che promette interessanti sviluppi. L’ex presidente di Finmeccanica-Africa, Francesco Tuccillo, ai pm napoletani avrebbe delineato uno scenario di possibili triangolazioni di elicotteri militari dal Sud Africa al Darfur, Sudan. Paese inserito nella black list occidentale.
Naturalmente queste dichiarazioni sono al centro di una attività di verifica. Sempre Tuccillo, infatti, avrebbe accennato anche all’esistenza di una società per la manutenzione degli elicotteri civili in Sud Africa dove sarebbero coinvolti personaggi (italiani) discussi, alcuni legati alla camorra, e alcuni manager di Agusta Westland.
Torniamo all’«affaire» indiano. L’allora amministratore delegato di Agusta Westland Giuseppe Orsi, attuale numero uno di Finmeccanica, si affidò per la gestione della commessa a due intermediari. Uno dei due, Guido Ralph Haschke, è stato ieri al centro dell’attività di rogatoria internazionale della Procura federale del Canton Ticino: il procuratore elvetico Pierluigi Pasi ha interrogato, alla presenza dei due pm napoletani, Haschke (che ha avuto anche un malore). Nel decreto di perquisizione eseguito dall’autorità giudiziaria elvetica, la procura di Napoli ha contestato ad Haschke i reati di riciclaggio e di corruzione internazionale.
Secondo l’ipotesi dell’accusa, il costo della intermediazione è lievitato nel tempo passando da 41 a 51 milioni di euro proprio per consentire di creare la provvista di fondi neri per pagare le tangenti ai partiti. E sarebbero stati utilizzati istituti di credito svizzeri ieri al centro dell’attività investigativa. Sarebbero stati acquisiti documenti non solo negli uffici della «Gadit Ag» di Haschke, in via Maggio 1 a Lugano, ma anche in altri istituti e fiduciarie elvetiche. E nelle settimane scorse è stato sentito anche l’amministratore delegato di Agusta Westland, Bruno Spagnolini.
Per la procura di Napoli, si tratta adesso di trovare le tracce dei soldi, delle tangenti versate ai politici italiani. Alla Lega in particolare, secondo Borgogni. L’ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica aveva già parlato dei «favori» garantiti dall’attuale numero uno Finmeccanica, Giuseppe Orsi, come l’assunzione in Agusta del fratello dell’onorevole Giorgetti (Lega) o del figlio del senatore Latorre (Pd).
* da La Stampa del 24/04/2012
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