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Sicilia. Il sessismo leghista e la violenza dell’ascaro Figuccia

“Assistiamo in queste ore ad una polemica del tutto sterile e pretestuosa sulla composizione del governo regionale e sull’assenza di donne in Giunta. Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe, ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani”.“

Le affermazioni sessiste  del neoleghista siciliano Figuccia sono impietose e devastanti, e testimoniano quanto sia discriminatoria e nemica delle donne l’essenza della Lega e degli ambienti fascisti ad essa collegata. Sono la fotografia di una società patriarcale che si fonda e nutre di  disuguaglianze di genere:  in primis  nel mondo del lavoro, dimostrando  ancora una volta che  le donne non sono soggetti fisiologicamente deboli e bisognosi  di protezione ma persone discriminate e sfruttate.

Una disuguaglianza che ha la punta dell’ iceberg nel gap salariale, nella femminilizzazione del lavoro e nel grande rimosso delle molestie dentro i luoghi di lavoro. Una discriminazione che vorrebbe relegare la donna ad angelo del focolare e fattrice senza alcuna libertà di autodeterminarsi e che non riconosce il ruolo fondamentale  della  riproduzione sociale come strumento di welfare familistico.

Ma vi è di più:   identificare una persona con i suoi genitali fa parte di quelle radici “culturali” che legittimano la violenza, trasformando la donna in un oggetto .

Tali affermazioni  sono atti di estrema gravità istituzionale in quanto volte al tentativo di minimizzare e banalizzare  un contesto di vera e propria rimozione della rappresentanza femminile dentro la Giunta Regionale Siciliana, con ciò cancellando principi giuridici che dovrebbero essere non solo rispetto delle Leggi ma patrimonio comune e acquisito.  La Lega è un ritorno al Medioevo in servizio permanente effettivo.

Figuccia e quelli come lui, infatti, vorrebbe fare delle donne lo strumento per l’abbassamento dei diritti e delle tutele per tutte e tutti, che prevede per le donne il ritorno tra le mura domestiche.

La Federazione del sociale USB Sicilia, condannando le affermazioni dell’ascaro Figuccia, ne chiede le dimissioni immediate e invita  tutte le donne e gli uomini di Sicilia alla massima attenzione sociale e politica perché, approfittando del lungo periodo di pandemia, in Sicilia,, e non solo, stanno crescendo quotidianamente gli attacchi ai diritti civili e sociali.

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