A Verona si è disvelata, ancora una volta, la complicità tra un’istituzione, in questo caso l’Università degli studi, e un’organizzazione neofascista, unite nell’intento di impedire, ad ogni costo, che si svolgesse un’iniziativa di “resistenza storica” a fronte del dilagante e pericoloso revisionismo storico.
Un’iniziativa che aveva il solo scopo di contestualizzare le vicende del confine orientale a partire dall’irredentismo e soprattutto dall’occupazione fascista, attraverso l’analisi attenta di documenti storici recuperati in archivi istituzionali.
Una vergognosa aggressione fisica e verbale ma ancor più vergognoso è stato l’atteggiamento dell’Università – che dovrebbe essere il luogo del confronto intellettuale e della diffusione scientifica e metodologicamente inappuntabile di ricerche -, che in ogni modo ha impedito lo svolgimento dell’iniziativa, rendendosi complice, a nostro avviso, degli squadristi, legittimando così i picchiatori e i violenti.
Il giorno del ricordo rappresenta una data in cui la celebrazione acritica e fideistica è al di sopra di ogni dibattito, critica, analisi, approccio scientifico. Lo dicono le parole stesse delle associazioni promotrici “si eviti di dare voce a coloro i quali, in qualsiasi modo, leniscono lo spirito commemorativo espresso dalla legge dello Stato, poiché ciò equivarrebbe a porre sullo stesso piano, offensivamente, vittime ed aguzzini di una tragedia storica” (lettera del presidente nazionale ANVGD) che svelano il carattere nostalgico, revanscista e profondamente razzista della giornata del ricordo.
Vergognoso, ribadiamo, che per annullare ogni voce fuori dal coro si servano dei peggiori rigurgiti della storia italiana, i picchiatori e squadristi fascisti che nonostante gli anni non hanno innovato in alcun modo i metodi intimidatori e persecutori.
Ribadiamo quindi la nostra totale vicinanza e solidarietà ad Alessandra Kersevan e invitiamo tutte le realtà e associazioni antifasciste a non abbandonare questa battaglia di verità storica sulle vicende del confine orientale.
Brescia, 16 febbraio 2013
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