A pochi giorni dalla partecipata iniziativa promossa dal Comitato pisano No Debito con alcuni candidati Sindaco sul tema sanità, leggiamo sulle cronache locali le decisioni prese dal Sindaco di Pisa e dalla Presidente della Società della Salute (e Assessore alla Sanità nella Giunta Filippeschi) in merito al sistema sanitario territoriale della nostra città.
In premessa c’è da dire che il dibattito pubblico con alcuni candidati alle prossime elezioni amministrative è stato da noi organizzato anche a causa del totale atteggiamento di chiusura dell’attuale Sindaco rispetto a una precedente richiesta d’incontro, finalizzato a consegnare migliaia di firme di cittadini preoccupati dal processo di smantellamento del servizio sanitario locale e nazionale.
In continuità con questo grave atteggiamento di chiusura, siamo oggi costretti a leggere sulla stampa locale decisioni che andavano prese attraverso un iter legislativo e istituzionale ben preciso, le cui tappe dovevano essere comunicate in tempo a tutta alla cittadinanza, in modo da coinvolgerla in un percorso partecipativo su una materia cruciale per la vita e la salute di tutti. I nostri amministratori avrebbero potuto coinvolgere cittadini e utenti, se solo avessero attivato strumenti di consultazione pubblica, come le cosiddette “agorà della Salute”, contemplate nel regolamento della Società della Salute pisana, ma mai convocate.
Niente di tutto questo è stato fatto da parte di un Sindaco e di una Giunta che meritano soltanto di essere mandati a casa dall’elettorato pisano.
In breve, riportiamo gli orientamenti del Sindaco e della Giunta in materia sanitaria locale: in base alle recenti delibere della Regione Toscana, la Guardia Medica sarà chiusa. La copertura delle ore notturne è delegata al 118, ma Sindaco e Presidente della S.d.S. omettono di dire che le centrali del 118 passeranno dalle attuali 12 a tre per tutto il territorio regionale.
Si andrà all’apertura di una “Casa della salute”, dove si creeranno incredibili ingorghi di utenti e malati, poiché molte prestazioni sanitarie territoriali e alcune attività svolte dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cisanello confluiranno in quella sede. I presidi sanitari periferici subiranno non meglio definite modifiche nelle loro funzioni e nei loro spazi. Di certo c’è la volontà di inserire il privato (Pubblica Assistenza) per attività in precedenza svolte dal pubblico. In questo vago ma pesante piano di ristrutturazione del sistema sanitario locale nessun cenno né idea per i lavoratori della Misericordia che rischiano di perdere il lavoro.
Filippeschi e Ciccone, sostenuti dai manager della ASL 5 e della SdS, esaltano queste scelte (si veda l’articolo su Il Tirreno del 16.5.13) come positive e migliorative del sistema sanitario territoriale, travisando completamente la realtà di un processo di progressiva dismissione / privatizzazione del servizio. Pura propaganda pre elettorale, sulla pelle dei cittadini.
È ora che a Palazzo Lanfranchi siedano nuovi amministratori attenti agli interessi delle fasce sociali più deboli. Lavoratori, giovani, migranti, pensionati sempre più penalizzati da politiche nazionali e locali che colpiscono solo ed esclusivamente i loro interessi.
Occorre rilanciare la mobilitazione in difesa della sanità pubblica, coinvolgendo utenti e lavoratori del settore sanitario. Solo una lotta unitaria, e organizzata di tutti i soggetti colpiti da queste politiche, potrà fermare la distruzione del servizio sanitario e i licenziamenti.
No al piano di ristrutturazione della sanità pubblica proposto da Filippeschi e Ciccone
No ai licenziamenti dei lavoratori della Misericordia
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