Non ci sono margini per attenuare le “politiche di risanamento”; e l’aggravarsi della recessione europea, anziché giustificare un “allentamento del rigore” per favorire un po’ “la crescita”, richiederebbe al contrario il “non deviare” dalla strada di tagli che sta precipitando l’Italia – e non solo – nel baratro. Quindi, è “cruciale” che l’Italia non superi il livello del 3% nel rapporto deficit/Pil anche il prossimo anno. Altrimenti…
Il Bollettino della Bce non lascia dunque “speranze” a quanti vanno ripetendo che invece bisognerebbe “battere i pugni sul tavolo”… con la Merkel.
“Il Paese rispetta i parametri di stabilità come Germania, Estonia, Lussemburgo, Austria e Finlandia. Ma è anche tra i 5 con debito pari al 100% del pil, come Grecia e Irlanda”
L’Italia deve «attenersi con rigore al percorso di moderazione del disavanzo specificato nell’aggiornamento per il 2013» al suo programma di stabilità, affinché «non venga di nuovo superato il valore di riferimento del 3%» di deficit/Pil, una «sfida cruciale per la politica di bilancio del nuovo governo».
Il risanamento di bilancio «più graduale» indicato nel nuovo programma di stabilità dell’Italia (Def) presenta invece «rischi», rappresentati da «un’evoluzione macroeconomica peggiore delle aspettative» e «un rallentamento delle entrate rispetto alle dinamiche ipotizzate nonché maggiori spese».
L’Italia fa parte dei soli sei paesi dell’Eurozona il cui deficit non è salito sopra il 3% del Pil nel 2012, rispettando quindi i parametri del Patto di Stabilità Ue. Gli altri cinque sono Germania, Estonia, Lussemburgo, Austria e Finlandia. Ma il nostro paese è anche uno dei cinque che ha un debito pubblico prossimo o superiore al 100% del Pil (con Grecia, Belgio, Portogallo e Irlanda).
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