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Il governo “smentisce” le voci su una riduzione dell’età pensionabile

Qualche ingenuo ci aveva sperati, i più attenti avevano subito detto “è una balla”.
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni e quello del Lavoro, Enrico Giovannini, “smentiscono fermamente che il governo stia valutando l’ipotesi di abbassare a 62 anni l’età del pensionamento, con ciò stravolgendo la riforma pensionistica adottata dall’Italia nel 2011”. L’ipotesi era stata avanzata dal quotidiano tedesco Faz.
La riforma del 2011, sottolineano i due ministri, “ha contribuito in modo decisivo a determinare la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica italiana e, insieme alle altre riforme strutturali varate dall’Italia (come quella sul mercato del lavoro), testimonia l’impegno del nostro paese per la stabilità e il rafforzamento dell’economia europea e dell’unione monetaria, obiettivo al quale il governo italiano sta lavorando intensamente insieme agli altri partner europei”.
In realtà, la falsa voce fa parte della batteria di “boatos” di cui la Faz si è fatto megafono per influenzare la Corte costituzionale di Karlsruhe, che ieri e oggi ha condotto l’audizione con i vertici di Bundesbank e Bce per decidere se il “bazooka” prdisposto da Mario Draghi, presidente della Bce, violi o no le leggi tedesche (se sia insomma o no un aiuto diretto agli stati Piigs). La teoria è che il “bazooka” renderebbe meno stringenti le “riforme strutturali” imposte dalla Troika, persuadendo i singoli governi a muoversi con un margine di lassità maggiore.

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